Lo ha affermato il CNPI che chiede anche "opportune misure di accompagnamento"

 

 

 

     Il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) ha espresso il suo parere favorevole alla bozza delle linee guide dei trienni di tecnici e professionali, presentata dal MIUR, indicazioni che servono  alla riorganizzazione didattica del settore, in relazione alle competenza, abilità, conoscenze dei risultati di apprendimento.

    Il CNPI ha chiesto "opportune misure di accompagnamento, tra le quali un piano di formazione e aggiornamento del personale, pensato in funzione dello sviluppo dell’autonomia scolastica, da avviare rapidamente e da svolgere nel periodo necessario per l’entrata a regime del riordino. Tale piano deve essere dotato di congrui finanziamenti,
sia per i percorsi dell’istruzione professionale
che per quelli dell’istruzione tecnica
".

 


1.1) Documentazione disponibile >>>

CNPI, 23 novembre 2011, Parere

 


Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Segreteria del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione

All’On.le Ministro
SEDE

OGGETTO: Parere sull’impianto generale delle linee guida del secondo biennio e dell’ultimo anno dei percorsi degli Istituti tecnici e professionali.

ADUNANZA DEL 23 Novembre 2011

IL CONSIGLIO NAZIONALE
DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

Vista la nota prot.n. 3516 del 20.09.2011 con la quale la Direzione Generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore e per i rapporti con i sistemi formativi delle Regioni ha richiesto il parere del CNPI in merito all’argomento in oggetto;

Visti gli artt. 24 e 25 del D.L.vo n. 297 del 16.4.1994;

Visto il parere istruttorio emesso dai Comitati Orizzontali relativi alla Scuola Secondaria Superiore e agli istituti di Istruzione Artistica;

dopo ampio ed approfondito dibattito;

E S P R I M E

Il proprio parere nei seguenti termini:

Premessa

Con la nota prot. n. 3516 del 20 settembre 2011 la Direzione Generale per l’istruzione e formazione tecnica superiore ha avanzato al CNPI formale richiesta di parere in merito alle Linee Guida per il passaggio al nuovo ordinamento del secondo biennio e quinto anno dei percorsi degli Istituti Tecnici e Professionali. La documentazione, a tal fine sottoposta alla valutazione del CNPI, inserendosi nel solco tracciato dalle Linee Guida relative al primo biennio, emanate con Direttiva n. 57 del 15 luglio 2010, completa la definizione della prospettiva culturale e professionale di questi Istituti e ne delinea in modo compiuto l’identità all’interno del più ampio contesto della riforma ordinamentale della secondaria di II grado. In proposito il CNPI richiama quanto già evidenziato in premessa ai pareri espressi dal Consiglio il 22 luglio 2009 relativamente agli schemi di regolamento degli Istituti Tecnici e Professionali, riguardo alla necessità di dare organicità all’impianto culturale e organizzativo del secondo ciclo dell’istruzione e alle indicazioni in essi elencate.

Il CNPI precisa, inoltre, che le Linee Guida relative al primo biennio non sono state oggetto di parere di merito da parte del CNPI, ma solo di una informativa da parte dell’Amministrazione in data 9 giugno 2010. In proposito, il CNPIA prende favorevolmente atto dell’iniziativa dell’Amministrazione che, con l’esplicita richiesta di parere, evidenzia la volontà di sostenere una proficua collaborazione con il CNPI su questioni di vitale importanza per il futuro della scuola.

Il CNPI, in relazione a finalità e struttura delle Linee Guida in esame, sottolinea positivamente che esse si propongono, in entrambi i documenti, non come “programmi” prescrittivi, bensì come “una base di riferimento per la programmazione didattica di istituto, di classe e di insegnamento” e, quindi, sostegno all’autonomia didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche nella definizione del proprio Piano dell’offerta formativa. Si deve però lamentare l’assenza, esplicitamente dichiarata in premessa, di “indicazioni relative ad eventuali prove nazionali e/o a certificazioni richieste in itinere o finali” e il rinvio a “successive specifiche disposizioni”, su cui il CNPI auspica di essere messo in condizione di esprimere parere; ritiene, infatti, che una valutazione complessiva delle linee di indirizzo non possa prescindere da chiare disposizioni in merito alla modalità e alle forme degli esami di Stato conclusivi del secondo ciclo, con le quali le istituzioni scolastiche possano confrontarsi.

Il CNPI condivide la visione di una offerta formativa degli Istituti Tecnici e Professionali che si collochi dentro “un orizzonte generale in cui la cultura va vista come un tutto unitario”, senza gerarchie o disgiunzioni tra pensiero ed azione, in costante equilibrio tra preparazione culturale e intelligenza pratica. A tale proposito ribadisce quanto già detto nei precedenti pareri sui Regolamenti riguardo al raccordo col mondo del lavoro e delle professioni quale necessario veicolo della diffusione e valorizzazione della cultura del lavoro nella formazione delle giovani generazioni, per una piena realizzazione della persona in tutte le sue dimensioni. Nelle Linee Guida per gli Istituti Professionali la “cultura del lavoro” viene inizialmente richiamata in modo riduttivo quale “ancoraggio principale” dei nuovi percorsi per la promozione di “un profilo armonico ed integrato di competenze scientifiche, tecniche ed operative" delle figure professionali. Il CNPI ritiene invece che, analogamente a quanto rilevabile nelle Linee Guida degli Istituti Tecnici, la successiva definizione del mondo del lavoro come luogo funzionale alla verifica delle competenze acquisite e di valenza orientativa nonché occasione per un diverso approccio nell’apprendimento, in grado di facilitare “uno sviluppo coerente e pieno della persona”, costituisca un indirizzo confacente al rilievo sopra richiamato.

Le Linee Guida degli Istituti Tecnici auspicano “una nuova sistematica e intenzionale integrazione” tra le culture umanistica, scientifica e tecnologica, capace di ricondurre l’insegnamento della scienza e della tecnica entro un orizzonte culturale “dove pensiero ed azione sono strettamente intrecciati”. Il CNPI ritiene totalmente condivisibile l’integrazione auspicata e concorda con l’affermazione che non possa essere realizzata esclusivamente attraverso percorsi interdisciplinari o tramite progetti cui concorrano saperi diversi. Ritiene in proposito che un attento governo del curricolo debba tendere ad evitare un rapporto conflittuale tra le Aree implicate e l’ipotizzato contributo dell’area umanistica alle discipline di indirizzo debba prevedere strumenti atti ad evitare una dipendenza funzionale delle discipline della prima area da quelle della seconda, considerato che queste ultime costituiscono il segmento prevalente del triennio.

In rapporto alle indicazioni delle Linee Guida per sostenere i percorsi di integrazione, il CNPI considera utili sia il ricorso ad un approccio storico/letterario delle varie fasi dello sviluppo industriale, sia l’uso di “organizzatori concettuali” per approfondire genesi ed evoluzione delle tecnologie. Ritiene, tuttavia, che debba essere posta la massima attenzione affinché l’efficacia della prima ipotesi avanzata non sia vanificata da un possibile sfasamento tra le discipline dell’area umanistica e quelle dell’area tecnica. Per quanto concerne la seconda, propone cautela in quanto avverte il rischio che possano venire utilizzate chiavi di lettura parziali o fuorvianti, capaci di distorcere e ridurre le realtà osservate.

Le Linee Guida per gli Istituti Professionali ridisegnano un profilo del diplomato di questo segmento dell’istruzione, sottolineando il passaggio dalla precedente concezione di percorsi destinati alla formazione di “forza-lavoro”, la cui funzione veniva limitata ad un ruolo meramente operativo, a quella più moderna di “capitale umano” che implica un livello elevato di responsabilità e consapevolezza all’interno del processo produttivo. Il CNPI accoglie con favore tale passaggio, che sottende il superamento del concetto di addestramento insito nei vecchi ordinamenti per rivolgersi verso la promozione di una figura professionale “di lavoratore consapevole dei suoi mezzi, imprenditivo, che ama accettare le sfide”, disposto alla cooperazione e in grado di assumere responsabilità operative e decisionali all’interno di un contesto lavorativo di riferimento sempre più complesso.

Il CNPI nota che, a parte alcune peculiari differenze connesse con i profili in uscita e i diversi sbocchi occupazionali prefigurati, le Linee Guida di Tecnici e Professionali risultano per molta parte sovrapponibili, sia in termini di struttura e sviluppo, sia per quanto riguarda l’impostazione metodologico-didattica dei percorsi. Infatti, l’elencazione delle “nuove competenze” richieste ai due percorsi trova riferimento nelle medesime sorgenti normative e diversa declinazione solo in funzione dei profili d’uscita, in particolare per quanto attiene alla spendibilità lavorativa del diploma. Il grado di terminalità dei percorsi professionali è particolarmente accentuato verso un rapido accesso al mondo del lavoro. Non a caso si scrive che il quinto anno è finalizzato a sviluppare una conoscenza sistemica della filiera economica di riferimento ed adeguate competenze professionali di settore. Invece, nei tecnici viene accentuata la possibilità di prosecuzione degli studi. Infatti, in questo caso il quinto anno è finalizzato allo sviluppo di competenze attraverso un forte collegamento con la realtà produttiva nazionale o internazionale ed ad approfondire “nuclei tematici funzionali all’orientamento alle professioni o alla prosecuzione degli studi preparando, al tempo stesso, adeguatamente gli studenti al superamento dell’esame di Stato”. L’indirizzo suggerito per la definizione della progettazione curricolare, che trova riferimento comune nelle Raccomandazioni del Parlamento e del Consiglio d’Europa, segue una medesima impostazione e persegue identici obiettivi attraverso uguali procedure e metodiche didattiche di riferimento; tanto vale anche per i risultati dell’apprendimento attesi, per i quali ancora una volta la differenza si rileva nella certificazione finale, che soltanto per i diplomati dell’istruzione tecnica si arricchisce di “certificazioni europee e internazionali” volte a favorire la mobilità lavorativa transnazionale.

A parere del CNPI detta sovrapponibilità dei percorsi, prefigurata dalle Linee Guida, costituisce un elemento di criticità, soprattutto per quanto attiene alla didattica, che non può certamente coincidere nelle due tipologie di Istituti, anche in relazione alla diversità dei profili d’uscita. Infatti, è necessaria una più netta caratterizzazione didattica dei due percorsi nel senso della coerenza fra le finalità e le metodologie. A tale proposito, sarebbe auspicabile un maggiore utilizzo del metodo induttivo e delle esperienze di laboratorio nella didattica dei professionali. Inoltre, sarebbe auspicabile procedere all’elaborazione di documenti unitari riguardanti tutto il percorso quinquennale come sintesi o integrazione delle Linee guida del biennio con quelle del triennio per entrambi i percorsi.

In particolare per l’istruzione professionale il CNPI rileva come dalle relative Linee Guida risulti ambiguo e sostanzialmente irrisolto il legame tra questi percorsi e l’Istruzione e Formazione Professionale regionale. Infatti, il generico riferimento al ruolo svolto dall’istruzione professionale rispetto al sistema dell’IeFP e al quadro delle competenze previste alla fine del primo biennio, non fornisce indicazioni utili sulle modalità per la progettazione dei percorsi e le risorse di personale e mezzi per attuare la necessaria integrazione tra i sistemi.

Il CNPI in più occasioni ha espresso apprezzamento riguardo alla scelta di ricorrere all’uso sistematico di metodi che valorizzino l’apprendimento tramite esperienze svolte in contesti “formali, non formali e informali” realizzati attraverso un costruttivo collegamento col territorio. L’ampio spazio dedicato dalle Linee Guida in esame alle indicazioni per la gestione di tirocini, stage e alternanza scuola-lavoro non può che trovare apprezzamento da parte del CNPI, sia per quanto riguarda la puntuale distinzione in termini di tipologia di esperienze e finalità didattiche, sia per quanto attiene alla funzione propria delle esperienze sul piano organizzativo-gestionale. In particolare, il CNPI sottolinea l’attenzione dedicata dalle Linee Guida all’alternanza scuola-lavoro come scelta metodologica che “concretizza il concetto di pluralità e complementarietà dei diversi approcci nell’apprendimento”, in cui scuola e azienda/impresa si integrano per superare la “disgiunzione tra momento formativo ed applicativo” arricchendo la formazione scolastica con competenze maturate “sul campo”; un esplicito riconoscimento alla cultura del lavoro e alla sua piena valenza educativo-formativa. Nondimeno il CNPI non può esimersi dal sottolineare, ancora una volta, come l’attuazione di tali metodologie richieda una disponibilità di risorse umane, finanziarie e strumentali che non trova riscontro nelle attuali assegnazioni fatte alle istituzioni scolastiche, insufficienti ad attivare tutti i percorsi che sarebbero necessari.

Ad entrambi i documenti delle Linee Guida proposte per il secondo biennio e il quinto anno degli Istituti Tecnici e Professionali sono allegati i profili degli indirizzi di settore, le schede relative alle singole discipline di indirizzo ripartite per articolazioni e le schede riguardanti le singole discipline dell’area generale. Come specificato in premessa a ciascun documento, non sono state allegate le “opzioni” per l’ulteriore articolazione delle aree di indirizzo, da utilizzare negli spazi di flessibilità già a partire dal terzo anno; ciò in quanto i rispettivi Regolamenti ne rinviano la definizione ad “un apposito decreto interministeriale”. Il CNPI ritiene che, per avere un quadro completo delle Linee Guida in termini di conoscenze e abilità previste per il secondo biennio e quinto anno, sia necessario integrare le schede summenzionate acquisendo l’elenco delle opzioni e la loro definizione specifica. Decide pertanto di limitare, per il momento, l’espressione del proprio parere alla parte introduttiva generale delle Linee Guida.


Osservazioni relative agli aspetti di carattere didattico e organizzativo

Il CNPI condivide il filo unitario di lettura delle Linee Guida che consente di rilevare la permeabilità tra la cultura umanistica e quella scientifico-tecnologica in tutto il percorso formativo: “la cultura umanistica e l’area di istruzione generale nel loro insieme non devono sentire come ridimensionato il proprio spazio, ma sono piuttosto chiamate alla sfida di contribuire a dare spessore etico-sociale alle discipline di indirizzo”, come precisato per gli Istituti Tecnici, “anche per evitare di cadere in una visione specialistica che perda di vista il legame con la realtà e con la storia”. Infatti, “uno dei compiti principali della scuola, in questo momento storico, consiste nell’educazione alla responsabilità nell’uso delle scoperte scientifiche e della tecnologia, potenziando la consapevolezza della necessità di uno sviluppo equilibrato e sostenibile, che garantisca i “beni comuni” e sia a vantaggio di tutti gli abitanti di un pianeta sempre più interdipendente”. Per gli istituti professionali il CNPI, pur affermando che i nuovi percorsi tendono “a valorizzare, essenzialmente, la persona nel suo ruolo lavorativo”, sottolinea, tuttavia, come essi debbano avere come obiettivo primario quello della “formazione del cittadino nella società della conoscenza” e superare una “concezione meramente addestrativa e funzionalistica dei percorsi di formazione per corrispondere al venire meno della gerarchia tradizionale del mondo del lavoro”.

1. – Approccio laboratoriale e nuove tecnologie

In premessa ai propri pareri sui Regolamenti dei nuovi Istituti Tecnici e Professionali (pareri prot. n. 7910 e prot. n. 7911 del 22.07.2009) il CNPI aveva rilevato che termini quali conoscenza, abilità e competenze o la sollecitazione a raccordare l’offerta formativa alle esigenze del territorio piuttosto che il diffuso richiamo al “metodo laboratoriale”, sembravano assumere significati diversi a seconda dei contesti di riferimento in cui venivano collocati; invitava pertanto il legislatore ad uno sforzo di riallineamento dei Regolamenti – compreso quello dei Licei – per favorire la percezione di un quadro chiaro e condiviso della scuola e del suo ruolo sociale. A proposito di approccio laboratoriale il CNPI sosteneva come indispensabile la diffusione nella scuola di metodologie centrate sull’utilizzo generalizzato e sistemico dei laboratori a fini didattici in tutti gli ambiti disciplinari, “nella prospettiva di fare della conoscenza una struttura organizzata su concetti portanti e realizzare un sistema dell’istruzione e della formazione tanto articolato quanto flessibile,… ma pur sempre unitario per impianto culturale e finalità educative”. Le Linee Guida in esame riprendono la questione della valorizzazione dell’approccio laboratoriale ribadendone l’importanza per il miglioramento della qualità dell’offerta formativa degli Istituti Tecnici e Professionali, indicando nell’ampio uso delle tecnologie informatiche uno degli strumenti più importanti in tal senso, anche per le discipline non tecnologiche del curricolo. Necessaria, però, a parere del CNPI è una maggiore specificazione della differenza fra didattica laboratoriale, che si ritiene positivamente debba investire tutte le discipline, e uso del laboratorio e della prassi della sperimentalità con utilizzo delle tecnologie informatiche e multimediali, che deve caratterizzare specificamente l’insegnamento delle discipline scientifiche e tecnologiche.

Il CNPI è consapevole che le Linee Guida non sono lo strumento normativo in grado di fornire i mezzi materiali di cui le scuole dovrebbero poter disporre per dare seguito a quelle indicazioni e nemmeno possono specificare se e quali percorsi di formazione in servizio debbano essere previsti per agevolare l’accesso alle nuove tecnologie ai docenti di tutte le discipline. Ritiene comunque di dover segnalare anche in questa sede la necessità che, a livello legislativo e amministrativo, si prevedano risposte concrete alle esigenze di scuole e docenti in termini di attrezzature e formazione, pena la vanificazione delle intenzioni espresse.

2. – Dipartimenti di area

La previsione contenuta nelle Linee Guida della creazione di un “Dipartimento di Area” che curi nel triennio, con il contributo del Comitato tecnico-scientifico, “l’integrazione dei contenuti disciplinari e lo sviluppo di specifici progetti d’Istituto” rappresenta una evoluzione dei Dipartimenti disciplinari, introdotti normativamente nel nuovo ordinamento. A parere del CNPI, la condizione affinché tale strumento organizzativo possa esplicare una funzione utile per la progettazione, gestione e verifica del curricolo nei nuovi Istituti Tecnici e Professionali è che ci si rivolga alle istituzioni scolastiche in termini esclusivi di suggerimento, lasciandone l’adozione alla libera iniziativa del Collegio dei docenti, sia in termini di struttura, sia come margini di competenza ed operatività.

3. – Flessibilità e sua gestione

Il CNPI, nei propri pareri relativi ai Regolamenti degli Istituti Tecnici e Professionali, ha già avuto modo di apprezzare l’introduzione nei nuovi ordinamenti di un’ampia flessibilità degli orari e dei modelli organizzativi.

Le Linee Guida sottoposte all’esame del CNPI, nel richiamare l’entità delle quote di flessibilità stabilite per ciascun periodo didattico del triennio e come tali spazi siano “riservati esclusivamente per articolare in opzioni le Aree di indirizzo, al fine di corrispondere a specifiche esigenze del territorio e ai fabbisogni formativi espressi da una particolare filiera produttiva”, precisano che l’attivazione delle quote “non è di competenza della singola istituzione scolastica”.

Il CNPI in proposito fa notare l’incongruenza, quanto meno lessicale, di tale affermazione con la successiva contenuta nelle stesse Linee Guida, per la quale “le opzioni che gli Istituti [Tecnici e Professionali] possono attivare, devono perciò rientrare nella programmazione dell’offerta formativa di competenza delle Regioni”. Se, infatti, l’attivazione nel POF in un determinato Istituto di una o più opzioni, scelte all’interno di “un apposito elenco nazionale”, non fosse effettivamente di competenza della scuola, si vedrebbe palesemente danneggiata l’autonomia dell’istituto e messo in crisi il suo rapporto col territorio. La norma stabilisce che la programmazione dell’offerta formativa in termini di assegnazione agli istituti di indirizzi e articolazioni è di competenza esclusiva delle Regioni, le quali sono ora chiamate a collaborare in campo nazionale alla definizione di qualità e numero delle opzioni; la scelta e l’attivazione di queste ultime all’interno di indirizzi e articolazioni, però, non può che essere una peculiarità delle singole istituzioni scolastiche autonome. A tal fine, va comunque garantito che l’opzione possa essere assegnata solo su richiesta della scuola e comunque previo suo assenso.

4. – La questione della sicurezza

Il CNPI esprime soddisfazione per l’attenzione manifestata nelle Linee Guida alla tematica della sicurezza negli ambienti di lavoro, considerata uno dei perni della formazione del futuro cittadino-lavoratore, e condivide la scelta di coinvolgere, nel secondo biennio e quinto anno, tutti i docenti delle discipline di indirizzo “nel programmare e realizzare risultati di apprendimento efficaci” in materia di sicurezza. Invita, però, l’Amministrazione a focalizzare l’attenzione sugli aspetti più pregnanti della materia, non mancando di indicare, all’interno della più generale dizione “terreno d’incontro fra le discipline scientifico-tecnologiche e storico-sociali”, contenuta nelle Linee Guida degli Istituti Tecnici, la distribuzione delle competenze specifiche alle singole discipline, per non vanificare, di fatto, la positività dell’azione intrapresa.

Il CNPI invita, inoltre, a chiarire a quali sistemi, dispositivi o procedure e a quale tipo di collaborazione esterna si riferisce il testo delle Linee Guida quando invita a “perseguire l’obiettivo di favorire l’acquisizione delle certificazioni specifiche relative alla sicurezza nei diversi settori di ciascun indirizzo”.

5. – Competenze linguistico-comunicative e CLIL

Il CNPI si è già occupato di Content and Language Integrated Learning (CLIL), da ultimo in occasione del proprio parere sul decreto ministeriale istitutivo dei corsi di perfezionamento per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera. In tale occasione, accanto al positivo apprezzamento sulla scelta operata nella modifica ordinamentale, sono stati rappresentati alcuni rilievi, che in questa sede s’intendono integralmente richiamati.

Per quanto attiene alle Linee Guida in esame, il CNPI rileva che dalla comparazione dei documenti dei due distinti percorsi emerge la scelta operata dal legislatore di non avvalersi di detto strumento didattico-formativo nella istruzione professionale.

Tutta l’impostazione del metodo CLIL, così come promosso, sostenuto ed implementato in ambito europeo, considera prioritaria la comunicazione rispetto al mero esercizio linguistico e non può essere considerato come un banale ampliamento delle capacità linguistiche in ambienti socialmente o culturalmente elitari, bensì un metodo in grado di promuovere negli allievi un’accresciuta consapevolezza dell’agire linguistico con la lingua straniera in situazioni reali e funzionali. Il carattere fortemente interculturale del CLIL è in grado altresì di favorire, oltre che l’apprendimento di concetti tecnici e professionali specifici, anche la comunicazione all’interno della classe in presenza di studenti e studentesse non di madrelingua; infatti, l’introduzione di una lingua esterna favorisce la costruzione di nuovi utili scenari di comunicazione anche in un ambiente bilingue nel quale la lingua locale oppure il dialetto in uso possono costituire una barriera. È appena il caso di ricordare che, proprio nell’istruzione professionale, situazioni come quella ora prospettata costituiscono una realtà piuttosto diffusa.

Alla luce di tali considerazioni il CNPI suggerisce che la metodologia CLIL venga agevolata, con modalità adeguate alle diverse situazioni, anche a tutta la filiera dell’istruzione professionale.

 Conclusioni

Secondo le linee guida in esame, il rinnovamento dei curricoli, la declinazione degli obiettivi di apprendimento in competenze, conoscenze e abilità, l’investimento nell’autonomia degli Istituti, l’adozione di metodologie didattiche innovative, fondate sia sull’ampio uso delle tecnologie informatiche, sia sulla valorizzazione del metodo scientifico e dell’approccio laboratoriale, costituiscono le condizioni e gli strumenti per il rilancio dell’istruzione tecnica e professionale come punti di eccellenza della scuola italiana. Si tratta di una sfida culturale e curricolare di alto livello, che richiede una attenta riflessione da parte delle Istituzioni scolastiche e dei suoi operatori, senza il coinvolgimento dei quali il progetto rischia di rimanere sulla carta.

Il CNPI ritiene pertanto necessaria la predisposizione di opportune misure di accompagnamento, tra le quali un piano di formazione e aggiornamento del personale, pensato in funzione dello sviluppo dell’autonomia scolastica, da avviare rapidamente e da svolgere nel periodo necessario per l’entrata a regime del riordino. Tale piano deve essere dotato di congrui finanziamenti, sia per i percorsi dell’istruzione professionale che per quelli dell’istruzione tecnica.

Riguardo alla valutazione degli apprendimenti disciplinari, ferme responsabilità e competenze degli organi Collegiali di Istituto riguardo ai criteri e alle modalità di valutazione, il CNPI ravvisa l’esigenza di definire elementi di chiarezza ed omogeneità per garantire la corrispondenza della certificazione finale negli esiti.

A tal fine il CNPI sollecita sia la revisione del DPR n. 122/09 sulle norme generali per la valutazione degli alunni, alla luce dei nuovi ordinamenti degli Istituti Tecnici e Professionali, sia la definizione delle preannunciate disposizioni in merito a prove nazionali e certificazioni delle competenze, anche in relazione agli esami di Stato conclusivi.

Tenuto conto che il testo posto in premessa alle linee guida non è certamente attinente ai contenuti del testo in esame al CNPI, in quanto relativi al secondo biennio e al quinto anno, il Consiglio ne propone la soppressione.

In considerazione delle osservazioni e delle raccomandazioni sopra elencate e, per quanto specificato in premessa, limitatamente alle parti di carattere introduttivo e generale delle Linee Guida per il secondo biennio e il quinto anno dell’Istruzione Tecnica e Professionale, il CNPI esprime PARERE FAVOREVOLE.

IL SEGRETARIO IL VICE PRESIDENTE
Maria Rosario Cocca Mario Guglietti

 

1.2) Documentazione disponibile >>>

CNPI, 23 novembre 2011, Parere

 


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Ultimo aggiornamento (Lunedì 28 Novembre 2011 09:31)

 

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