In Italia le persone colpite sono circa 700 mila e circa 150 mila i nuovi casi ogni anno; mentre gli ultrasessantacinquenni affetti da deficit cognitivo lieve sono circa tre milioni.

>

1) Documentazione (sito esterno)
Fonte: CS75/2016, 15-09-2016
»

Consiglio nazionale delle ricerche
Ufficio Stampa
CS75/2016
Roma, 15 settembre 2016

·

I segnali che predicono lo sviluppo della demenza
La difficoltà nello svolgere attività quotidiane più complesse del semplice lavarsi e vestirsi, come maneggiare il denaro o cucinare, rivela con otto anni di anticipo lo sviluppo della demenza nei soggetti affetti da lieve deficit cognitivo. Lo ha evidenziato uno studio condotto dall’In-Cnr e dall’Università di Firenze e coordinato dall’Istituto superiore di sanità. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease

In persone affette da deficit cognitivo lieve (Mci-Mild Cognitive Impairment), il manifestarsi di difficoltà nell’esecuzione delle attività quotidiane più complesse consente di predire lo sviluppo di demenza con un anticipo di otto anni.· È quanto emerge da uno studio condotto nell’ambito del progetto Ilsa (Italian Longitudinal Study on Aging), da Antonio Di Carlo dell'Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) e Domenico Inzitari dell’Università di Firenze, su 2.400 ultrasessantacinquenni, rappresentativi della popolazione anziana in Italia. La ricerca, coordinata da Emanuele Scafato dell'Istituto superiore di sanità, è stata pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease.

“La vita quotidiana presuppone lo svolgimento di attività elementari, quali lavarsi, vestirsi, alimentarsi, e di attività più complesse, definite strumentali, come usare il telefono, fare acquisti, preparare il cibo, effettuare le pulizie domestiche, utilizzare i mezzi di trasporto, maneggiare il denaro, assumere autonomamente eventuali terapie”, spiega Di Carlo. “La ricerca ha dimostrato che avere problemi nelle seconde, le più complesse, permette di predire lo sviluppo di demenza in chi è affetto da Mci, e questo indipendentemente dall’età, dal sesso e dalla presenza di altre malattie”.

Lo studio ha inoltre individuato un legame tra il numero di attività strumentali che creano problemi e lo sviluppo della demenza. “Incontrare difficoltà in una sola delle attività complesse raddoppia il rischio di demenza, mentre se le attività interessate sono più di quattro il rischio aumenta di nove volte nei successivi otto anni”, chiarisce il ricercatore dell’In-Cnr.

Lo studio Ilsa, che ha affrontato per primo a livello nazionale le problematiche relative all'invecchiamento e alle condizioni di salute degli over 65 italiani, ha fornito stime sulla frequenza della demenza nel nostro Paese. “In Italia le persone affette da questa patologia sono circa 700 mila e circa 150 mila i nuovi casi ogni anno; gli ultrasessantacinquenni affetti da deficit cognitivo lieve sono circa tre milioni: un anziano su quattro. Per loro il rischio di demenza è significativamente superiore rispetto agli anziani con funzioni cognitive normali”, conclude Di Carlo. “Questa ricerca fornisce informazioni utili per la messa a punto di interventi di prevenzione e trattamento, contribuendo così a ridurre i rilevanti costi umani, sociali ed economici di questa malattia”.


La scheda

Chi: Istituto di neuroscienze del Cnr di Firenze, Università di Firenze, Istituto superiore di sanità

Che cosa: Studio sulla possibilità di predire con anticipo di 8 anni lo sviluppo della demenza in soggetti affetti da Mci. La ricerca è pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease.


<
Estratto

Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso il sito/portale web, esterno, ai link »

Consiglio nazionale delle ricerche
https://www.cnr.it/

Almanacco della Scienza
www.almanacco.cnr.it


<
Link/siti
esterni
non collegati

RS > Il materiale è raccolto come documentazione. Il testo non riveste carattere di ufficialità e non è sostitutivo in alcun modo della pubblicazione ufficiale, che prevale in casi di discordanza. La documentazione raccolta non è e non deve essere letta come consulenza specialistica e/o legale. Si consiglia sempre di consultare direttamente l’ente/gli enti citati o specialisti qualificati/professionisti abilitati per pareri, consulenze o assistenza.


<
N.d.R.

www.reporterscuola.it - Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Ultimo aggiornamento (Sabato 17 Settembre 2016 11:13)