Mandare in soffitta il “Decreto Brunetta"
Con la proposta di legge di iniziativa popolare "RIFORMIAMO LA RIFORMA" voluta dalla UIL. |
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1.1) Documentazione disponibile >>>
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Propongono in primo luogo la modifica della legge di delega n. 15/2009 nella parte in cui prevede che gli istituti fondamentali devono trovare definizione esclusiva, in mancanza di espressa delega alla contrattazione, nella norma di legge statale e propongono il ripristino della legislazione contrattata tra A.R.A.N. e organizzazioni sindacali su tutti gli aspetti del rapporto di lavoro. Propongono di eliminare dal decreto legislativo n. 150/2009 i sistemi premianti basati su pagelle e fasce di merito subdole e controproducenti, che presuppongono che una buona percentuale di lavoratori siano inetti, prevedendo, in alternativa, che soltanto eventuali risorse aggiuntive derivanti dalla razionalizzazione dei costi di funzionamento delle P.A. possano essere corrisposte mediante specifici istituti premiali, stabiliti in sede di contrattazione collettiva, facendo salve le risorse dei fondi unici di amministrazione e/o di altri istituti similari. Propongono l’abrogazione della "tassa" sulla malattia; propongono lo sblocco dei contratti e delle retribuzioni; intendiamo restituire alla contrattazione collettiva un ruolo che sia paritario a quello datoriale. Propongono l’abrogazione della mobilità di ufficio e del collocamento in disponibilità, con rischio del licenziamento. Propongono, infine, disposizioni che intendono favorire la stabilizzazione di personale precario presso tutte le amministrazioni pubbliche. Vogliono restituire la dignità a tutti i lavoratori del pubblico impiego, l’unico patrimonio attraverso il quale si possono migliorare gli standard qualitativi dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche e aumentarne la produttività. |
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1.2) Documentazione disponibile >>>
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Siamo più che certi che la valorizzazione della professionalità dei pubblici dipendenti e del prezioso capitale umano, che quotidianamente assicura il funzionamento del complesso meccanismo amministrativo e burocratico del nostro Paese, attraverso l’erogazione di beni e servizi ai cittadini utenti, costituisca l’unica leva attraverso la quale conseguire un effettivo miglioramento qualitativo dei servizi offerti dalle amministrazioni pubbliche. La Riforma Brunetta ha notevolmente svilito la professionalità e il ruolo del dipendente pubblico con una serie di interventi fortemente penalizzanti, cui hanno fatto poi seguito ulteriori disposizioni (quali il blocco delle retribuzioni e dei contratti e la mobilità d’ufficio) fortemente demotivanti e lesivi della dignità dei lavoratori delle amministrazioni pubbliche. L’intento della proposta di legge è quello di non vanificare il lungo processo di privatizzazione del rapporto di lavoro che ha caratterizzato la riforma del lavoro pubblico degli anni ’90, culminando con l’emanazione del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. La "contrattualizzazione" del rapporto di lavoro si concretizzava, infatti, nell’esistenza di una fonte di regolamentazione di tipo prevalentemente pattizio ed evincibile dalle norme della contrattazione collettiva e dai principi del codice civile, venuta meno a seguito della entrata in vigore della Riforma Brunetta che, modificando in modo significativo il rapporto di lavoro nel pubblico impiego nella sua natura e nella sua struttura ontologica, ha dato vita ad una sorta di "ibrido": è vero, infatti, che il rapporto di lavoro pubblico rimane contrattualizzato; ma, in presenza di una nuova ripartizione tra materie riservate alla legge statale e alla contrattazione collettiva e con la potestà attribuita al legislatore di modificare unilateralmente aspetti e tratti distintivi del rapporto di lavoro, la c.d. "contrattualizzazione" ha ormai lasciato il posto ad una sostanziale "ripubblicizzazione", in chiave autoritativa, del lavoro pubblico, finalizzata a comprimere il più possibile gli interessi dei lavoratori pubblici. La proposta di legge intende ripristinare il quadro normativo previgente alla riforma Brunetta al fine di restituire ai dipendenti pubblici la rispettabilità e il prestigio che le stesse norme di rango costituzionale riconoscono loro. Intende, altresì, eliminare le ulteriori misure punitive introdotte dalle varie manovre di finanza pubblica che, al fine di ridurre la spesa pubblica, al posto di combattere i notevoli sprechi esistenti nell’amministrazione, hanno ingessato il trattamento economico delle categorie del pubblico impiego, senza possibilità di recupero, incidendo pesantemente sul potere di acquisto di numerosissime famiglie italiane. Non intendiamo distruggere l’intera Riforma Brunetta, di cui non possiamo disconoscere anche alcuni tratti positivi, ma proponiamo di correggere gli strumenti per il conseguimento di un necessario miglioramento della qualità dei servizi resi dalle amministrazioni pubbliche, nella assoluta convinzione che tale obiettivo non è conseguibile attraverso la mortificazione degli operatori, ma piuttosto attraverso l’introduzione di leve motivazionali che non possono prescindere dal riconoscimento della professionalità, dall’accrescimento delle competenze e dalla corresponsione di retribuzioni adeguate all’aumento del costo della vita. |
1.3) Documentazione disponibile >>>
Uil Scuola Pisa, documento da far circolare e affiggere all’albo sindacale |
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Comunicato inviato da >
UIL Scuola Pisa |
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Segreteria Provinciale via Barattularia 8/Piazza Don Minzoni –56121 Pisa |
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Ultimo aggiornamento (Lunedì 05 Marzo 2012 02:14)