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05 dicembre 2018

Blocco triennale mobilità e quote limitate alla mobilità da sostegno a posto comune: proposte irricevibili e rimandate al mittente

Una “due giorni” di confronto intenso tra organizzazioni sindacali e rappresentanti del MIUR ha portato alla condivisione di gran parte dell’articolato ma restano almeno due nodi fondamentali da sciogliere che potrebbero condizionare l’esito finale del confronto ed altri su cui è possibile trovare elementi di mediazione.

Ad oggi c’è condivisione sulla possibilità da parte dei docenti di poter scegliere la scuola, il comune, i distretti e la provincia con la reintroduzione delle tre fasi: comunale, intercomunale e interprovinciale.

C’è condivisione anche sul fatto che si ripristini la titolarità su scuola per tutto il personale docente.

Si va verso un accordo anche sulle aliquote relative alla mobilità e alle immissioni in ruolo al fine, in prima applicazione del prossimo anno, al fine  di favorire il rientro dei docenti vittime dell’algoritmo. Nei due anni successivi, a regime,  si andrà ad un riequilibrio tra le due procedure.

Una vera e propria inversione ad “U” rispetto alla mobilità “imposta” negli ultimi anni dalla Legge 107/15. Si torna all’antico.

Si ristabiliscono così regole uguali per tutto il personale della scuola: docenti, educativi ed Ata.

Restano da definire però i seguenti nodi irrisolti che potrebbero creare problemi per la sottoscrizione stessa del contratto:

a) l’amministrazione, contravvenendo a quanto prevede l’art. 22, c. 4, del CCNL, vorrebbe bloccare la mobilità per tre anni anche al personale docente che ottiene il trasferimento su scelta sintetica o su provincia. Il citato contratto prevede detta possibilità solo nel caso si ottenga la scuola richiesta volontariamente. Si tratterebbe di un contratto illegittimo in quanto un contratto decentrato non può andare contro una norma del CCNL, per cui potrebbe essere impugnato da chiunque;

b) sempre l’amministrazione ha riproposto che per i trasferimenti all’interno della provincia da posto di sostegno a posto comune venga ridotta della metà l’aliquota dei posti disponibili;

c) resta aperto il problema dei licei musicali. Su questo la UIL propone di cercare soluzioni condivise al fine di contemperare sia le esigenze del personale già immesso in ruolo che quelle del personale già in servizio nei vari istituti;

d) la UIL, preso atto dell’indisponibilità delle parti a prevedere il passaggio del personale educativo abilitato, con concorso ordinario del 2000, nei ruoli della primaria, ha proposto che tale passaggio sia almeno possibile limitatamente al riassorbimento dell’esubero.

Rispetto ai punti a) e b) la UIL scuola ha rispedito al mittente le due proposte che, per quanto ci riguarda, non sono negoziabili. Su questo si firma o non si firma il contratto. La UIL non è disponibile ad accordi illegittimi e al ribasso.

Per la UIL scuola hanno partecipato Mauro Panzieri, Paolo Pizzo e Pasquale Proietti.


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Ultimo aggiornamento (Venerdì 07 Dicembre 2018 00:02)

 

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