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UIL Scuola, 12 novembre 2014, Documento  »

INCONTRO CON IL MINISTRO DELL' ISTRUZIONE UNIVERSITÀ E RICERCA E LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI
ROMA, 12 novembre 2014
Memoria a cura della UIL Scuola

Modernizzare la scuola, valorizzare le professionalità

La UIL Scuola ha colto con favore l'impegno programmatico del Governo di porre all’attenzione del Paese, quale leva dello sviluppo, il valore dell’istruzione con interventi significativi di modernizzazione, creando nel paese, tra i cittadini un clima positivo verso la scuola e il lavoro.

Tale impegno deve però essere supportato con investimenti, scelte concrete che diano opportunità e deve trasformarsi in un cronoprogramma chiaro e vincolante.

Per le azioni non ancora avviate, e per alcuni aspetti specifici i dati internazionali ci consegnano una vera emergenza finanziaria e retributiva.

Per affrontarla i parametri europei nel rapporto spesa per istruzione/spesa pubblica e nell’andamento delle retribuzioni ci danno un quadro particolarmente allarmante.

Vorremmo evitare di trovarci all’ultimo posto in questa graduatoria, poiché è solo la Romania a seguirci!

L’inversione di tendenza deve riconoscere il valore professionale del lavoro nella scuola statale, dell’importanza della cultura. L'esigenza di riconoscere il lavoro con incrementi retributivi è confermata dalle oltre 300.000 firme, “vere” raccolte dagli operatori stessi a testimoniare la contrarietà alle basse retribuzioni ed il dissenso per i meccanismi di differenziazione salariale fondati su criteri non condivisi, a carico di tutti e beneficio solo del 66% dei docenti, ad esempio, nell’ambito di un blocco per ulteriori quattro anni.

Contestano inoltre le macchinose corse al punteggio su cui dovranno concentrarsi piuttosto che valorizzare il lavoro in aula con gli studenti, la vera specificità professionale, sostenere la modernizzazione delle metodologie didattiche, l'uso mirato delle ITC, le innovazioni importanti come le CLIL, il Coding, le lingue straniere, l'uso di laboratori linguistici e scientifici moderni, connessioni in wi‐fi, lim, tutti quegli strumenti necessari a mantenere la qualità del rapporto educativo tra professionalità docente e studenti.

Rappresentiamo, proprio per la peculiarità di questo rapporto la contrarietà dei lavoratori ad accettare modifiche calate dall’alto con continui cambiamenti, spesso senza chiari obiettivi, aggravati nell’attuale fase dal rifiuto del Governo a misurarsi con il sindacato e con la contrattazione, nonostante l’amplissimo numero di persone che hanno optato consapevolmente per la delega e hanno eletto rappresentanze sindacali in ogni scuola.

Per passare alla definizione di atti e regolamenti attuativi del piano, con gli aggiustamenti del caso, la UIL propone:

‐ di aprire il confronto con il sindacato per trattare tutte le materie attinenti l'organizzazione del lavoro, orario, retribuzioni e quant'altro, con il contratto;

‐ individuare e dare attuazione a tutte le materie di carattere gestionale ed amministrativo tramite interventi del MIUR;

‐ avviare sessioni informative per verificare la fattibilità degli interventi da definire a livello legislativo.

Al momento interventi di concretizzazione del piano si registrano su tre ambiti:

‐ l’avvio di un sistema nazionale di valutazione con un programma di sviluppo dell’autovalutazione delle scuole;

‐ la previsione, nella legge di stabilità, delle coperture per l’assunzione di 148.000 precari inseriti nelle graduatorie;

‐ le prime misure di implementazione dell’alternanza scuola lavoro, in realtà derivanti dal decreto 104/2013.

Per realizzare un impegno chiaro verso le indicazioni della Commissione europea ‐ far recuperare in termini di standard formativi le scuole che risultino dalle rilevazioni in difficoltà e per riconoscere ed incentivare economicamente l’impegno professionale ‐ occorre, dopo la consultazione ecumenica, il confronto con il sindacato, concreto e veloce per passare alle decisioni.

Per i 12 punti del piano concordiamo sulla priorità assegnata alla eliminazione del precariato.

Attraverso tre direttrici che sono a nostro avviso fortemente connesse tra loro:

FORMAZIONE INIZIALE |CONCORSI |PRECARIATO.

Per i punti 1, 2 e 3 riteniamo che il piano delle assunzioni vada confermato e portato a termine con l’introduzione dell’organico funzionale, cogliendone le opportunità in termini di qualificazione dell’offerta e di semplificazione organizzativa, come prospettato per il superamento delle supplenze, sebbene va registrato che una scuola potrebbe ancora trovarsi, nella necessità di chiamare un supplente per una disciplina specifica.

Giudizio positivo è rivolto anche alle nuove modalità di formazione iniziale, che rispondono alle indicazioni della UIL , ma resta aperta la questione dell'assunzione del personale abilitato che copre già posti disponibili e non è nelle graduatorie ad esaurimento, questione che tanto dando alla scuola rischia di restare escluso.

Permane la contrarietà ai tagli previsti per il personale Ata, in genere e per l'area tecnica da istituire in ogni scuola.

Per il duplice obiettivo di assorbire l’attuale precariato, ed evitare la formazione del nuovo vanno, come dichiarato nella proposta governativa, ristabiliti concorsi ordinari a cadenza regolare e ravvicinata, su cui possano avere un ruolo le reti di scuole a livello territoriale.

Al punto 4 ‐ la scuola fa carriera

Qualità, valutazione e merito riteniamo condizione essenziale la valorizzazione dell'autonomia scolastica, una chiara governance del sistema e organi collegiali rinnovati. Il testo approvato da un ramo del Parlamento nella passata legislatura rappresenta una buona sintesi, rivedendone la funzione degli statuti, rafforzando il ruolo del consiglio di docenti e chiarendo quello del nucleo di valutazione.

L'occasione va colta anche per definire competenze, modi e sedi per gli organi collegiali delle reti di scuole.

L'organico funzionale andrà pensato in funzione gestionale della complessità delle scuole, per evitare di scaricare su di esse la burocratizzazione, i ritardi e le difficoltà. Anche la struttura amministrativa nazionale andrebbe rivista in senso di supporto tecnico alle reti di scuole.

I punti 4 e 5 sono fortemente correlati tra loro

Sulle carriere riteniamo inaccettabile la cancellazione totale degli scatti di anzianità e la loro sostituzione con i cosiddetti scatti competenza da destinare solo a una parte della categoria, predeterminata nella quantità.

La valorizzazione di altri fattori, attestanti la valenza professionale, deve integrare, non sostituire, una progressione di anzianità che esiste in quasi tutti gli altri paesi e che l’OCSE, anche con recenti documenti, riconosce quale elemento di tutela delle retribuzioni.

Gli scatti di competenza che conseguirebbero solo il 66% dei docenti, non possono essere finanziati con la penalizzazione del restante 34% di personale insegnante assicurando un aumento comunque inferiore a quello contrattualmente previsto dalla vigente progressione retributiva per anzianità.

La discussione seria condotta in sede di contratto di lavoro, "l'articolo 22", da una commissione bilaterale costituisce un utile base di riflessione per un confronto serio e sereno sul tema, sostenuto da risorse finanziarie dedicate. Altro riferimento utile può essere rappresentato dalle varie sperimentazioni realizzate dalle scuola (ad es. Valorizza).

Altra modalità possibile è prevedere percorsi di carriera che consentano, mantenendo comunque ore di insegnamento di svolgere funzioni a livello di scuola o di rete connesse alle innovazioni, alla valutazione, alla formazione, al tutorato dei neo assunti.

La scuola fa carriera, ha ricevuto il netto contrasto ai meccanismo della premialità fondata su 60 euro. Graduatorie, corsi e corsetti, produzione di certificati, eliminati per i precari, non possono continuare ad inseguire chi vi si è scontrato finora ed abbattersi anche su chi è già stabilizzato.

5 ‐ La scuola si aggiorna

Certamente la formazione in servizio e l'aggiornamento vanno incardinati sulle esperienza ed il patrimonio didattico pedagogico in capo alle scuole ed agli insegnanti, deve servire per sostenere le innovazioni e per la manutenzione delle competenze professionali.

La valorizzazione degli innovatori naturali, del mentor, delle funzioni professionali differenti serve alla scuola ed è già nella scuola.

È possibile farvi ricorso da subito, anche con il supporto delle associazioni professionali e disciplinari.

6 ‐ Scuola di vetro

Si conviene sulla possibilità di rendere trasparenti i curricoli degli insegnanti con la costituzione di un grande albo, ma va eliminata la possibilità che i dirigenti vi ricorrano per migliorare la “propria squadra”. Ciò costituisce un ulteriore strumento di sviluppo professionale se legato alla mobilità territoriale e professionale ed alle funzioni di sistema.

Proseguendo invece su questa linea sarebbe quantomeno necessario rivedere anche i parametri di assegnazione degli organici alle scuole ed alle classi. Il genitore che accede al registro nazionale dei docenti fuggirebbe da quelle i cui docenti siano assegnati alle classi dei propri figli.

7 ‐ Lo sblocca scuola

Ha fornito molti suggerimenti utili alla semplificazione. Tramite confronto è possibile intervenire fin da subito su quelle più gravose per sburocratizzare e qualificare il lavoro.

8 ‐ La scuola digitale

Rappresenta, come già detto una frontiera possibile e necessaria, non a colpi di inglesismi ed hacker, però i costi vanno diminuiti, i servizi rafforzati, per sostenere i piani di innovazione metodologica e le nuove tecnologie per la didattica.

9 ‐ Cultura in corpore sano

Musica e sport informano già le indicazioni nazionali del primo ciclo di istruzione, basta revisionare la corrispondenza tra competenze professionali e nuove frontiere didattiche.

Bisogna comunque evitare un approccio che eviti interventi sommativi delle aree disciplinari, puntando, invece, a fornire alle istituzioni scolastiche competenze professionali specifiche al fine di rafforzare l’unitarietà dell’approccio didattico, conseguente all’unitarietà dei sapere, aspetto ormai consolidato per favorire la crescita delle competenze e delle conoscenze degli studenti.

10 ‐ Le nuove alfabetizzazioni

CLIL, coding, pensiero computazionale, storia dell'arte eccetera vanno inserite nel curricolo ripensando attentamente e senza traumi quanto è stato cambiato nei recenti interventi di

riordino delle indicazioni e delle linee guida. tecnologie musicali, modernizzare.

Vanno invertiti i limiti segnati dalla caduta vertiginosa degli investimenti dedicati negli ultimi 10 anni alla formazione in servizio. Senza risorse non c'è formazione, senza formazione non c'è innovazione, senza innovazione con c’è competitività.

11 – Fondata sul lavoro

Analoghe riflessioni accompagnano la proposta di trasformare la scuola nel più organico strumento di lotta alla disoccupazione ed alla dispersione scolastica.

Grandissima importanza assume in una fase di recessione l’impulso ad un rapporto tra istruzione e mondo del lavoro, sia per oggettivi interessi etici della persona che economici della comunità, che sia di volano per la ripresa economica.

Bene quindi tutte le misure di sostegno all’alternanza scuola lavoro, all’orientamento, all’apprendistato, alle qualificazione professionalizzante nei percorsi scolastici.

Per farlo occorrono tanti investimenti, sgravando le imprese impegnate nell'alternanza e riconoscendo crediti professionali agli studenti che vi si cimentano.

12 ‐ La scuola per tutti, tutti per la scuola

Sulla voce finanziamenti non abbiamo particolare contrarietà a che il privato investa nella scuola una parte dei profitti.

Sgravi fiscali e benefit dovrebbero sostenere questo sforzo fin da subito per favorire anche investimenti privati per la modernizzazione del sistema delle scuole. Purtroppo l’abitudine italiana costituita da privati che utilizzano soldi dello Stato per le loro attività nel campo della scuola e della formazione.

Vanno previste, una rigorosa regolamentazione e un utilizzo delle risorse, tali da evitare l’impoverimento delle scuole che si trovino ad operare in contesti socio‐economici particolarmente svantaggiati.

In conclusione Il piano della buona scuola deve partire dalla tanta buona scuola che c’è.

Il coinvolgimento dei cittadini e dell'opinione pubblica, con la sintesi dei contributi che ne emerge non vanno confusi con il patrimonio di impegno, serietà, professionalità che fanno e sono già nel sistema e che debbono rappresentare un riferimento ineliminabile per le scelte da compiere.

Il sistema scolastico rappresenta, con il lavoro delle tante persone che lo fanno funzionare, in condizioni difficili, una delle parti migliori del Paese. Anche per tale ragione occorre fidarsi dei suggerimenti che derivano da tali esperienze.

Per la modernizzazione occorre ripartire dal valore centrale della funzione educativa che la scuola compie fondando la propria azione sulle risorse professionali di tutti gli operatori e degli insegnanti protagonisti diretti ed attivi, insieme agli studenti della proficua relazione educativa.


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Estratto

UIL Scuola
Il documento della Uil Scuola inviato al Ministro, dopo l'incontro con i sindacati sul Piano Buona Scuola del Governo.

Il documento segnalato risiede presso il sito web UIL Scuola, esterno, al link »

il documento presentato dalla Uil Scuola


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Ultimo aggiornamento (Lunedì 24 Novembre 2014 21:12)

 

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