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Coordinamento nazionale delle politiche dell’infanzia e della sua scuola

 

 

Nell’infanzia di oggi c’è il Paese di domani.
Servono più risorse e scelte di qualità.

La Commissione europea: “L’istruzione preelementare presenta il rendimento più elevato in termini di risultati e di adattamento sociale dei bambini. Gli Stati membri dovrebbero aumentare i propri investimenti quale mezzo efficace per creare le basi di ulteriore apprendimento”.

Il coordinamento nazionale delle politiche dell’infanzia e della sua scuola: “Occorre intervenire concretamente, dedicare risorse adeguate, mettere in campo tutte le sinergie necessarie a consoli-dare ed estendere su tutto il territorio nazionale la nostra scuola dell’infanzia”.

     La scuola dell’infanzia è in grave affanno: il processo di generalizzazione è bloccato dal 2009, i tagli al personale ATA e, quest’anno, anche al personale docente, la drastica riduzione di risorse finanziarie e materiali, la difficoltà degli Enti Locali anche solo a mantenere gli interventi già in atto stanno mettendo in seria difficoltà il buon funzionamento delle scuole.

     A questo va ad aggiungersi l’accorpamento di tutte le scuole dell’infanzia con le scuole primarie e secondarie di primo grado e, sempre più spesso, di secondo grado, in istituti verticalizzati. Un accorpamento imposto dall’alto, dettato da scelte esclusivamente finanziarie e non di opportunità pedagogiche, incapace - per dimensioni e complessità organizzativa - di garantire continuità, raccordo educativo e progettualità all’esercizio dell’autonomia scolastica, per le quali gli istituti comprensivi si sono caratterizzati. Per di più, molte di queste nuove istituzioni vengono affidate in reggenza a dirigenti che hanno già la responsabilità di altre scuole.

     Ecco le ragioni per cui le scuole dell’infanzia, funzionanti sempre più spesso solo in orario antimeridiano, affannate dall’inserimento di bambini anticipatari, senza più compresenze per attività in piccoli gruppi o individualizzate, alle prese con i disagi causati dalle mancate sostituzioni dei docenti assenti, stanno diventando irriconoscibili.

     Il modello della scuola dell’infanzia funzionante a 40 ore la settimana, che aveva dimostrato sul campo il suo valore e la sua efficacia educativa, si sta sgretolando, mentre si allungano le liste d’attesa un po’ ovunque.

     La Commissione europea, già in una comunicazione del 2006, sosteneva: “L’istruzione preelementare presenta il rendimento più elevato in termini di risultati e di adattamento sociale dei bambini. Gli Stati membri dovrebbero aumentare i propri investimenti nell’istruzione preelementare, quale mezzo efficace per creare le basi di ulteriori apprendimenti, prevenendo l’abbandono scolastico, rendendo più equi i risultati ed elaborando i livelli complessivi di capacità”.

     Il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola, nel quale sono rappresentati sindacati e associazioni professionali della scuola (AIMC, ANDIS, CIDI, FNISM, MCE, CISL, FLC CGIL, SNALS-Confsal,  UIL SCUOLA ) insieme a genitori, docenti, dirigenti, a tutto il personale della scuola e a tutti i cittadini che hanno a cuore l’infanzia e con essa il futuro del Paese, continuerà a impegnarsi perché le istituzioni tutte e i decisori politici mettano fine alla drammatica deriva cui la straordinaria esperienza della scuola dell’infanzia è esposta.

     Occorre intervenire concretamente, dedicare risorse adeguate, mettere in campo tutte le sinergie necessarie a consolidare ed estendere su tutto il territorio nazionale la nostra scuola dell’infanzia.

     Nell’infanzia di oggi c’è il Paese di domani. È una politica molto miope quella che taglia sull’infanzia.

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Ultimo aggiornamento (Venerdì 30 Settembre 2011 23:08)

 

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