7^ Commissione Cultura del Senato: audizione UIL Scuola.

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UIL SCUOLA
7^ Commissione Cultura del Senato
AUDIZIONE UIL Scuola
Roma, 18 Novembre 2014
AFFARE ASSEGNATO SCUOLA
Atto 386

Valutazione del riordino della scuola secondaria di secondo grado, impatto del precariato sulla qualità dell'insegnamento e recenti iniziative del Governo

concernenti il potenziamento di alcune materie e la situazione del personale

AMBITI TEMATICI

L’obiettivo della procedura consiste nell'ascoltare i protagonisti della scuola e tutti gli stake holders del sistema formativo e scolastico per:

1) Tracciare un bilancio, dopo cinque anni, del riordino della scuola secondaria di secondo grado, onde verificare i punti di forza e di debolezza della scuola italiana.

MEMORIA A CURA DELLA UIL SCUOLA
Uil: 'Dare stabilità al sistema e sostenere le innovazioni'

ASPETTI GENERALI

Il riordino della scuola secondaria di secondo grado, rinnovata con i decreti n.87, n. 88 e n. 89 del 2010 ha costituito una tappa necessaria ed ampiamente attesa del sistema dell’istruzione. I suoi effetti, non completamente positivi, sono da attribuire alla particolare fase economica che ne ha schiacciato le potenzialità, riducendo gli organici, intervenendo sulle attività tecnico pratiche su cui avrebbe voluto caratterizzarsi sacrificando gli spazi per l’autonomia e la flessibilità che hanno visto, rimanendo spesso solo sulla carta, ridurre ampiamente il proprio impatto.

A questa situazione si è aggiunto il mancato rinnovo degli organi collegiali, fermi ad una legge del 1974.

In linea generale possiamo esprimere il nostro apprezzamento per la riduzione degli indirizzi e dei settori e per la loro razionalizzazione; occorre evitare la tentazione di riavviare fasi di nuova proliferazione.

Con ciò risulta comunque necessario rivedere le scelte in particolare di riduzione o eliminazione totale di particolari discipline con il conseguente stravolgimento di alcuni indirizzi; si veda ad esempio l’indirizzo C. 9 ‐ Costruzioni Ambiente e

Territorio dell’istruzione tecnica, non più abbracciato dagli aspiranti geometri; questi si rivolgono infatti ai corsi liceali (soprattutto scientifico).

La funzione multitasking dei licei risulta di gran lunga preferibile soprattutto quando si sa di dover comunque accedere a percorsi di livello tecnico superiore o universitario per svolgere una professione per la quale prima era sufficiente un titolo quinquennale, a cui corrisponde la minore spendibilità del titolo di studio.

Allo stesso modo occorre rivedere il sistema della sussidiarietà ed il rapporto degli istituti professionali in termini di aggregazione regionale di carattere complementare ed integrativo dell’offerta di formazione professionale.

Le ambiguità del sistema in questo senso vanno chiarite.

Nell’istruzione professionale, inoltre, vanno riviste le scelte di licealizzazione che hanno generato l’agonia di alcuni indirizzi a spiccata vocazione professionalizzante.

Per tutti gli indirizzi ed i settori è comunque necessario implementare attività didattiche a carattere laboratoriale; potrebbe trovare soluzioni in tal modo anche il problema dei docenti tecnico pratici in esubero, della cui situazione si deve tenere conto nel piano delle assunzioni.

CLASSI DI CONCORSO

Dopo l’entrata a regime del riordino è evidente che la soluzione delle classi di

concorso atipiche ha fatto il suo tempo. Si proceda rapidamente alla loro revisione sistematica.

Per fare presto è possibile ripartire dal lavoro istruttorio già predisposto dal MIUR, negli scorsi anni, non eccessivamente distante dal concetto di affinità introdotto nel piano del governo per “La Buona Scuola”. Per chi nell’ambito delle affinità non si trovasse nella piena padronanza delle competenze disciplinari, perché abilitato o laureato in una disciplina non pienamente corrispondente con quella per la quale sono disponibili posti vacanti o di organico funzionale vanno previsti percorsi di riallineamento professionale all’interno delle scuole, con il supporto dei docenti già titolari.

Nel frattempo vanno avviati i corsi di riconversione sul sostegno, per tutti quei docenti che si sono resi disponibili da tempo alla frequenza.

ORDINAMENTI E SPERIMENTAZIONI

Operare scelte mirate tramite sperimentazioni monitorate e scientificamente verificate. Il tema di una diversa durata e scansione dei diversi cicli scolastici va condotta nell’ambito di questa discussione, che il piano “La Buona Scuola” ha deciso di ignorare, ricreando spazi ed occasioni non proficue di continuo ripensamento degli assetti. La scuola (ed il suo personale) ha bisogno di certezze anche in ambito professionale ed ordinamentale e non di continui interventi di restyling.

Si ritiene che ogni ulteriore intervento parlamentare sul settore venga preceduto da sperimentazioni e non agitato dal continuo rincorrersi di modifiche, dettate da logiche politiche e non reali esigenze, e purtroppo, spesso incompiute. Per ogni intervento vanno ricercate inoltre tutte le intese per favorire la condivisione ed il coinvolgimento del personale docente.

2) Ascoltare i suggerimenti per colmare le lacune del sistema scolastico italiano, anche alla luce di quanto contenuto nella proposta de "La buona scuola", al fine di inserire l’insegnamento della storia dell’arte, della musica, delle discipline economiche, delle lingue straniere con la metodologia del content and language integrated learning (CLIL) e del coding dell’informatica, non in una logica meramente additiva;

CLIL

L’insegnamento delle discipline tramite la metodologia CLIL rappresenta uno strumento di modernizzazione del sistema dell’istruzione ed una risposta alle definizione delle strategie comunitarie sulla circolazione di beni servizi e talenti. La priorità per raggiungere tale interessante traguardo è la formazione in servizio degli insegnanti, con il ricorso a periodi di esonero, anche parziale, dal servizio verso un adeguamento delle metodologie didattiche ed un aggiornamento verificato delle competenze linguistiche, sia nell’accesso ai percorsi di formazione che alla loro conclusione.

LE NUOVE DISCIPLINE

La proposta contenuta nel piano per la Buona Scuola di introdurre nuove discipline negli indirizzi, pur con le migliori intenzioni, appare di difficile applicabilità in quanto il riordino ha già ridotto i piani di studio e non ci sono margini per favorire nuovi accessi, soprattutto nella logica della non additività. Deve essere chiarito come queste possano essere introdotte nel curricolo atteso il loro contributo all’innovazione ed al rilancio della competitività fondata sull’ineguagliabile patrimonio culturale.

Puntare sull’autonomia scolastica, sulle opportunità offerte dalle prospettive dell’organico funzionale, ovvero valorizzare gli spazi di interdisciplinarietà presenti nei piani di studio, nelle Indicazioni nazionali per i licei e nelle linee guida per i tecnici e i professionali rappresenta comunque la barra di riferimento anche per questa tipologia di interventi.

Anche in questo terreno vanno riviste e sostenute le metodologie didattiche e le competenze professionali degli insegnanti.

3) Comprendere come sviluppare serie politiche di orientamento scolastico e lavorativo tra scuola secondaria di primo e secondo grado e tra scuola secondaria di secondo grado e alta formazione tecnica, università e mondo del lavoro.

L’ESPERIENZA DEI COMITATI TECNICO SCIENTIFICI

Le scuole di secondo grado hanno integrato e/o costituito i comitati tecnico scientifici, integrandoli con la rappresentanza di esperti del mondo del lavoro, della ricerca scientifico tecnologica, con funzioni consultive, proprio per rispondere ad una felice intuizione del legislatore, che apriva, in attesa di un riordino degli organi collegiali e della partecipazione più attiva del territorio nella vita delle scuole, spazi di maggiore rispondenza tra offerta formativa ed opportunità del mercato del lavoro.

Non esistono dati certi su questa novità introdotta nel 2010; le nostre informazioni ci raccontano di esperienze molto proficue, o al contrario, anche mancate istituzioni, vista la discrezionalità della scelta.

AZIONI SUGGERITE

‐ Il sistema dovrebbe orientare sia verso la costituzione di questi comitati che per la costituzione di dipartimenti del collegio con caratterizzazioni vocate alle aree di indirizzo per il raccordo tra offerta formativa e tessuti economico produttivi;

‐ Andrebbero sostenuti piani per la didattica per competenze e definito una volta per tutte il modello di certificazione delle competenze alla fine dei diversi ordini e gradi scolastici, assente dal 2009;

‐ Costruire una banca dati delle buone pratiche di alternanza scuola lavoro;

‐ Favorire la costituzione di poli tecnico professionali tra istituti di scuola secondaria di secondo grado, ITS e centri di formazione.

‐ Supportare l’attuazione delle linee guida sull’orientamento, adottate ad inizio 2014, tramite azioni concrete, evitando di scaricare sulle scuole, senza assistenza, la responsabilità di tradurre in azioni didattiche quelle proposte;

‐ Sostenere approcci laboratoriali per ogni disciplina e implementare l’alternanza

scuola lavoro.

4 ) Capire come rafforzare il rapporto tra scuola e impresa, affinché la scuola possa formare cittadini che abbiano i mezzi, le conoscenze e le competenze per vivere da protagonisti il mondo del lavoro.

AZIONI SUGGERITE

‐ Potenziare attività ed esperienze di alternanza scuola lavoro, con contratti veri nelle fasi dell’applicazione al lavoro. Una banca dati delle buone pratiche di alternanza da implementare quale punto di riferimento sia per le aziende che intendono orientarvisi che per le scuole.

‐ Favorire la costituzione di poli tecnico professionali tra istituti di scuola secondaria di secondo grado, ITS e centri di formazione.

‐ Ampliare e semplificare l’esperienza recentemente avviata dell’apprendistato sperimentale, favorendo protocolli tra imprese e scuole e sgravare fiscalmente le imprese che assumono tali impegni.

‐ Riconoscere crediti professionali specifici agli studenti che hanno compiuto proficuamente le esperienze.

5) Analizzare il meccanismo di valutazione degli insegnanti così come delineato ne "La buona scuola", con particolare riferimento non solo al superamento degli scatti d'anzianità ma anche alla nuova figura del docente Mentor.

MENTOR E CARRIERA

Quanto previsto dal Piano governativo non risulta condiviso: in nessun Paese europeo, tranne che in Svezia, il parametro dell’anzianità del servizio è escluso dai modelli di sviluppo retributivo. Occorre partire da questo dato, oltre che da una tradizione che ha comunque dato dei frutti ed integrarlo con altri criteri di riconoscimento professionale. Rispetto alla figura del docente Mentor, aldilà dell’aspetto terminologico è indubbio che la complessità organizzativa delle scuole richiede figure professionali che, senza perdere totalmente il rapporto con l’insegnamento, quindi con un orario ridotto, possano ad un tempo valorizzare la funzione e dall’altro favoriscano l’ innovazione nelle attività scolastiche, siano esse finalizzate all’orientamento, ai dipartimenti ed alle aree disciplinari, alla valutazione, al sostegno all’innovazione ecc.

FUNZIONE DIRIGENZIALE

Per quanto attiene i dirigenti scolastici va ricordato che la loro attività resta incardinata saldamente sulla professionalità docente. Per la funzionalità delle scuole vanno evitati rischi di burocratizzazione delle attività.

Anche la funzione dirigenziale deve rimanere vincolata alla specificità della scuola e non prefigurarsi come semplice competenza gestionale ed amministrativa.

ULTIMA CONSIDERAZIONE

Per la UIL Scuola l'occasione dell’incontro odierno, per il quale ringraziamo, non può non essere colta per sensibilizzare gli onorevoli senatori verso l’inappropriatezza di ogni intervento legislativo che regolamenti aspetti inerenti il lavoro, la mobilità territoriale e professionale, la formazione nella dimensione di obbligatorietà, ecc.

Questi e numerosi altri aspetti vanno definiti tramite il confronto con il sindacato nel contratto da rinnovare e per il quale sono state già consegnate al Presidente del Consiglio oltre 300.000 firme di insegnanti ed addetti ai lavori.

Per la Uil Scuola ha preso parte all’audizione al Senato, Noemi Ranieri.


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Estratto

Audizione al Senato
Riordino secondo ciclo
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