Turi: “Lo sciopero impone un alt al Governo. Gli insegnanti sono professionisti, non burocrati”

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Grande adesione
allo sciopero

A Roma la manifestazione nazionale
Turi: “Lo sciopero impone un alt al Governo. Gli insegnanti sono professionisti, non burocrati”

È questa la scuola che ha passato la pandemia, sono questi insegnanti, questo personale – ha detto Pino Turi dal palco di Piazza Santi Apostoli a Roma. Sono quelli che hanno attuato la resilienza con risorse e capacità proprie e non per effetto di circolari ministeriali o indicazioni dirigenziali che, in alcuni casi ne hanno complicato le procedure. Adesso invece di riconoscere il loro impegno, la loro professionalità si vogliono formare tutti.

Come? Con una pseudo scuola di Alta formazione di stampo burocratico che vorrebbe (ri)formare 800mila docenti. Un progetto che ha dell’incredibile se non fosse scritto in un atto di Governo.

Credere nella libertà di insegnamento è la molla che ha portato centinaia di migliaia di insegnanti a scioperare. In ballo c’è il modello di scuola che vogliamo per il futuro, la libertà e la bellezza di questa professione, la sua missione costituzionale.

L’elemento da guardare oggi è proprio questo: le persone che dicono ciò che pensano.
Siamo molto lontani dai riti sindacali e dalle logiche del passato. La scuola è già cambiata e questo Governo non lo sa.

Ci vuole rispetto. Come è pensabile che, in coincidenza con l’apertura del negoziato per il rinnovo contrattuale, questo Governo, con un suo provvedimento, dispone che cosa devono fare gli insegnanti nella loro professione e decide pacchetti di ore di lavoro gratis per tutti e premi per pochi.
Pensare di assegnare aumenti per decreto significa intervenire pesantemente nel percorso negoziale appena avviato.

Insegnanti sono professionisti, non burocrati: solo chi conosce il lavoro di ogni giorno, in classe, con gli studenti sa quanto una formazione obbligatoria sia sbagliata e controproducente.

Gli insegnanti vanno aggiornati non “formattati”.

Reclutamento e formazione sono le facce di questo decreto – aggiunge Turi – ma nessuna chance è data ai precari. Il percorso che si prospetta per quanti hanno già tre anni di lavoro alle spalle è quello del gioco dell’oca. Si riparte da zero. E questa è una ingiustizia, oltre che uno spreco di competenze di lavoratori che sanno come e cosa insegnare a dispetto di chi vince (si badi bene), non supera un concorso.

Il personale della scuola, con questo sciopero sta imponendo un alt al Governo. La scuola va sostenuta con attenzione, investimenti e considerazione per chi ci lavora. Parole diverse da quelle usate fino ad ora.

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Da/ Fonte/ Titolare»
UIL SCUOLA RUA
Comunicato stampa
30 maggio 2022


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