Audizione parlamentare alle Commissioni I e XI riunite.

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UIL Scuola
CS_DCM
Roma 3 ottobre 2018

VIDEOSORVEGLIANZA: OGGI AUDIZIONE PARLAMENTARE A COMMISSIONI I E XI RIUNITE
Turi: seminare sfiducia non porta a raccogliere sicurezza
Le telecamere a scuola rappresentano una deriva autoritaria inutile e sbagliata La scuola è una comunità che deve trovare con la partecipazione e la cultura ogni elemento che metta in sicurezza gli alunni

Contrari, in modo assoluto – è questa la posizione Uil Scuola presentata oggi nel corso dell’audizione alle Commissioni, riunite Affari costituzionali (I) e lavoro pubblico e privato (XI).

Che esempio di società intendiamo perseguire, quale modello diamo al futuro delle nuove generazioni – è il commento del segretario generale della Uil Scuola, Pino Turi.

La videosorveglianza nei luoghi educativi equivale ad alzare muri che impediscono la circolazione delle emozioni che sono la premessa per una vera buona scuola – aggiunge.  Fa pensare a luoghi di rieducazione, piuttosto che di educazione, mentre la scuola che deve essere luogo di libertà e deve escludere ogni forma di condizionamento.

Parlare di telecamere di controllo a scuola è proprio concettualmente sbagliato: pensare ad una insegnante che si sente costantemente “sotto controllo” può creare più difficoltà che vantaggi. Il rapporto tra alunni e docenti piuttosto che educatori, sarebbe irrimediabilmente compromesso, venendo meno quel rapporto spontaneo, di scambio, che è il momento magico dell’insegnamento.

L’insegnamento da un lato, l’apprendimento dall’altro, non possono prescindere dal contesto nel quale sono realizzati – continua il segretario Uil Scuola – sono comportamenti che rappresentano l’esempio da seguire. L’insegnante ha anche questo ruolo. Pensare di risolvere velocemente, con le macchine, per conseguire un pugno di consensi, significa non aver conto di un processo di continua trasformazione. che richiede, professionalità, esperienza, sensibilità, competenza, aggiornamento.

Ogni forma di violenza e maltrattamento va combattuta ed eliminata, in qualsiasi contesto e in ogni sua forma. Soprattutto quando a farne le spese sono i soggetti più deboli, bambini, anziani e disabili – si legge nella memoria presentata dalla Uil Scuola e dalla Uil Fpl alle Commissioni, on line sul sito Uil scuola - Il problema non lo si risolve però, con l’utilizzo massivo di sistemi di videosorveglianza ma piuttosto attraverso una adeguata opera di prevenzione, selezione e valorizzazione del personale, con l’intensificazione dei controlli.

La scuola è un luogo privilegiato di condivisione, cultura e libertà: non si tratta di privacy, né di sicurezza, né di ansie – ribadisce Turi - si tratta di introdurre modelli che poco hanno a che vedere con una comunità che deve trovare con la partecipazione e la cultura ogni elemento che metta in sicurezza gli alunni.

>>> In allegato la Memoria Uil Scuola presentata oggi in Audizione parlamentare
[N.d.R.> Sul sito della UIL Scuola*]

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Estratto

UIL Scuola

UIL FPL

AUDIZIONE PARLAMENTARE INFORMALE

ROMA, 3 ottobre 2018

Proposte di legge recanti norme in materia di videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia nonché presso le strutture socioassistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio Commissioni riunite I (Affari Costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni) e XI (Lavoro pubblico e privato)

MEMORIA A CURA DELLA
UIL FEDERAZIONE POTERI LOCALI E UIL SCUOLA

Considerazioni generali

Ogni forma di violenza e maltrattamento va combattuta ed eliminata, in qualsiasi contesto e in ogni sua forma. Soprattutto quando a farne le spese sono i soggetti più deboli, bambini, anziani e disabili.

I diversi casi di violenza e maltrattamenti ormai noti alla cronaca, stanno facendo emergere sempre di più la necessità di un nuovo approccio nei confronti di chi, ogni giorno si relaziona con questi soggetti, e soprattutto si occupano della loro cura.

Il personale addetto alla cura e custodia dei bambini, degli anziani e dei disabili va sostenuto, tutelato e valorizzato, esercitando una funzione fondamentale dal punto di vista sociale ed educativo nell’interesse della collettività, a tutela dei soggetti più deboli, e nel caso dei bambini, gli adulti di domani, con gravissime ricadute negative sul loro futuro.

Il problema non lo si risolve, però, con l’utilizzo massivo di sistemi di videosorveglianza ma piuttosto attraverso una adeguata opera di prevenzione, di selezione e valorizzazione del personale, oltreché con l’intensificazione dei controlli e delle verifiche della qualità dei servizi erogati. L’installazione di sistemi di videosorveglianza, che può in alcuni casi avere una funzione complementare, ad esempio negli ambienti esterni e negli orari di sospensione delle attività ai fini della protezione degli spazi di padronanza e delle sedi ospitanti, deve essere effettivamente necessaria e proporzionata, operando un bilanciamento tra valori fondamentali, quali per esempio, il rispetto della privacy, la credibilità delle strutture e la fiducia nei confronti degli operatori e, nel caso di asili nido e scuola dell’infanzia, la tutela della personalità dei minori e la libertà di scelta dei metodi educativi e d’insegnamento

Parlare, quindi, di prevenzione vuol dire anche occuparsi dell’aspetto lavorativo del personale e degli educatori, molto spesso reclutato, soprattutto nell’ambito dell’attività gestite da privati, senza la giusta attenzione al livello di professionalità, allo stato formativo e attitudinale degli stessi e senza considerare la loro valorizzazione dal punto di vista dell’inquadramento contrattuale: spesso abbiamo a che fare con personale impiegato con contratto a termine, mal pagato o addirittura con contratti di collaborazione occasionale con cooperative sociali, utilizzando la sola logica della riduzione dei costi nell’erogazione dei servizi od attuando forme di dumping contrattuale.

Tutto ciò genera sicuramente un disagio agli operatori che ‐ pur prescindendo dai casi di cronaca, intollerabili ma fortunatamente isolati rispetto al grande numero di strutture presenti sul territorio nazionale ‐ offrono elevati standard di funzionalità ed accoglienza, con una ricaduta negativa sulla qualità delle prestazioni.

Limiti giuridici

Attualmente l’utilizzo di questa innovazione tecnologica pone parecchi problemi di legittimità in termini di privacy.

Sistemi di controllo così intrusivi come le webcam devono essere usati con estrema cautela perché, oltre a incidere sulla libertà di insegnamento, possono ingenerare nel minore, fin dai primi anni di vita, la percezione che sia normale essere continuamente sorvegliati e condizionare la spontaneità del rapporto con gli insegnanti.

La tranquillità dei genitori non può essere raggiunta a scapito del libero sviluppo dei figli. Non possiamo, per placare le nostre ansie di adulti, trasformare la società in cui viviamo in un mondo di ipersorvegliati, a partire dai nostri bambini”.

Altro limite giuridico all’istallazione di telecamere è rappresentato dall’art. 4 della Legge 300/70 (Statuto del Lavoratori) che pone il DIVIETO dell’uso di impianti audiovisivi e di altri apparecchi che abbiano la finalità di controllo a distanza dell’attività lavorativa, ad eccezione dei casi giustificati da esigenze organizzative, produttive o di sicurezza e per la tutela del patrimonio aziendale, previo accordo con le rappresentanze sindacali aziendali.

È quindi indispensabile, proprio per la tutela dei soggetti “deboli”, presupporre la tutela di chi lavora con loro.

Sulla base di tali considerazioni al di fuori delle situazioni già regolamentate dalla legge la UIL FPL e la UIL Scuola reputano che l’installazione di sistemi di videosorveglianza, a circuito chiuso, non rappresenti affatto una soluzione ai problemi.

Il tema del contrasto alla violenza ed ai maltrattamenti nelle comunità educative e di accoglienza, nelle scuole e nelle strutture sanitarie andrebbe, a nostro avviso, invece affrontato con misure di prevenzione come:

- reclutamento del personale, attraverso procedure selettive con una specifica e mirata formazione d’ingresso;

- verifiche periodiche della qualità dei servizi erogati;

- ampliamento delle dotazioni organiche in grado di garantire un rapporto operatori‐utenti equilibrato;

- coinvolgimento e rafforzamento del rapporto con i genitori o i familiari, in modo da costruire un rapporto sinergico nella conoscenza e sviluppo dei piani educativi o di recupero;

- determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni in grado di garantire standard qualitativi adeguati;

- verifiche sulla presenza di particolari situazioni di disagio sociale o di fenomeni di burn‐out, utilizzando anche il supporto di psicologi ed altre professionalità specializzate;

- determinazione dei requisiti d’ingresso con titoli professionali in linea con il resto d’Europa;

- riconoscimento della specificità professionale degli operatori nell’ambito dei rinnovi contrattuali;

- valorizzazione della professionalità degli operatori attraverso un inquadramento contrattuale certo;

- lotta ai fenomeni di dumping contrattuale;

- trasparenza nella gestione del sistema degli appalti evitando la logica del massimo ribasso;

- obbligo di formazione continua degli operatori;

- abbreviazione della vita lavorativa attiva con opportunità di mobilità e sviluppo professionale in considerazione delle attività ad alto impatto emotivo e fisico USURANTI, svolto dagli operatori e dai docenti Con riferimento specifico al testo del ddl AC 1066 si avanzano le seguenti osservazioni:

Articolo 2, comma 1:

lettera b) ‐ prevedere che nella fase di assunzione la valutazione avvenga previa specifica e mirata formazione di ingresso

lettera c) ‐ specificare che per il personale appartenente alle professioni sanitarie il percorso formativo è utile ai fini del conseguimento dei crediti ECM

lettere d) ed e) ‐ specificare che gli incontri ed i colloqui si svolgono in orario di lavoro

Articolo 3, comma 1

per l’emanazione delle linee guida sulle modalità di ingresso nelle strutture socio‐sanitarie e socio‐assistenziale specificare che debbono essere consultate le Organizzazioni Sindacali di categoria

Articolo 4:

comma 1 ‐ nel primo periodo specificare che i sistemi di video sorveglianza possono essere installati nel rispetto dei principi richiamati dal Garante, a partire da quelli di necessità e proporzionalità

comma 4 ‐ specificare che la procedura per l’installazione dei sistemi di video sorveglianza prevista nel penultimo periodo può essere attivata solo nei casi di specifica necessità e/o pericolo


Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso siti web/portali, esterni, ai link*»

UIL Scuola
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Dove


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^ Fonte» UIL Scuola_CS-Dcm_2018-10-06»

Ultimo aggiornamento (Sabato 06 Ottobre 2018 22:42)