Per molti un muro di burocrazia per avere un posto in graduatoria. Basta con questo sistema "borbonico", la scuola non può essere un graduatorificio permanente
Serve una scossa di modernizzazione
 


Le proposte Uil Scuola: stabilità, continuità, bandi di concorso, incarichi pluriennali, sostegno ai precari

 

Sette milioni di studenti, 370 mila tra sezioni e classi, 729 mila insegnanti, 237 mila personale Ata: sono i numeri che fotografano il nostro sistema scolastico.

Numeri significativi e consistenti che mostrano come le attività connesse all’avvio dell’anno scolastico ‘spostano’, e non solo numericamente, migliaia di persone.

Stabilità, continuità, valorizzazione del lavoro; sono questi i principi che vorremmo vedere applicati.

Ogni anno assistiamo a due processi paralleli: da un lato l’avvio delle lezioni, il regolare rientro in classe degli studenti e dei professori (per l’85% di ruolo) dall’altro il ripetersi delle file, delle verifiche estenuanti, dell’attesa per la chiamata per un incarico o una supplenza (per la copertura del 15% dei posti).

Il paradosso al quale assistiamo –è che la scuola italiana, funziona e produce risultati di qualità, nonostante la burocrazia pesi come un macigno. Bisogna:
- valorizzare quanti svolgono con competenza e passione il loro lavoro (riuniti già da oggi nei collegi dei docenti per programmare le attività didattiche)
- garantire continuità e sostegno alle attività evitando continui spostamenti e pratiche inutili
- dare certezze a quanti aspirano ad insegnare.

Sono oltre duecentomila gli insegnanti iscritti nelle graduatorie e per loro, ogni anno si ripete la stessa storia. Master, corsi, diplomi, titoli, certificazioni, verifica dei punteggi: tutto serve per avere un posto in graduatorie e aspirare a lavorare.
Bisognerebbe – propone il segretario della Uil Scuola – ricominciare seriamente a fare i concorsi per assumere là dove ci sono posti disponibili e dove sono esaurite le graduatorie ed evitare il continuo formarsi di precariato.

La via della stabilità passa anche attraverso organici e contratti pluriennali – puntualizza Di Menna – consentirebbero la continuità nella didattica e nei servizi e permetterebbero di superare definitivamente l’attuale modello che ripropone di anno in anno gli stessi inceppamenti.

Situazione resa più complessa dai 25.600 tagli di organico del personale docente e 7.500 del personale Ata.

Dato che, se messo in relazione con le previste immissioni in ruolo (10 mila per i docenti e 6.500 per il personale Ata) e i pensionamenti, mostra, nella crudezza dei numeri, che circa 10 mila persone potrebbero non avere l’incarico confermato. Ad essi va garantito lavoro e retribuzione. Occorre passare dai numeri alle persone.

La Uil Scuola è a fianco dei precari giustamente preoccupati per il loro posto di lavoro e sta promuovendo iniziative e manifestazioni nei territori.

Per il prossimo 14 settembre è stata convocata la riunione dei segretari regionali proprio al fine di verificare attentamente la situazione nelle singole realtà territoriali e dare concreta tutela alle persone.

Per conoscere l’esatto numero di quanti resteranno senza incarico, bisogna attendere il completamento delle nomine. La sollecitazione che la Uil Scuola fa al ministero è di fissare con tempestività una riunione con i sindacati per verificare e monitorare tutti i casi che richiedono interventi mirati.

Al ministro chiediamo poi di dare continuità agli impegni assunti dal Governo sugli aspetti retributivi e sulla valorizzazione professionale.

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Ultimo aggiornamento (Martedì 14 Settembre 2010 20:09)

 

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