“… l'inclusione degli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)…” attraverso le risposte delle persone coinvolte.

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Legge 170/2010: ancora molta strada per la sua piena applicazione e per l'inclusione degli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)

I risultati di un'indagine condotta da Associazione Italiana Dislessia, tramite questionari rivolti a studenti, genitori e docenti: oltre 10.000 risposte che fanno emergere criticità nel rispetto della normativa e visioni differenti fra i vari attori del mondo scolastico

A dodici anni dal varo della legge 170/2010, la prima a riconoscere diritti fondamentali agli studenti con disturbi specifici dell'apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia), Associazione Italiana Dislessia ha voluto capire quanto la norma sia realmente applicata nelle scuole italiane, dove gli alunni con questa caratteristica rappresentano, secondo le ultimi statistiche del Ministero dell'Istruzione, il 5,4% della popolazione scolastica (326.548 bambini e ragazzi, dalla primaria alla secondaria di secondo grado).

Per avere un quadro della situazione, AID ha lanciato un sondaggio tramite un questionario anonimo che è stato compilato da 802 studenti, 2.375 genitori, 6.630 docenti.

I principali risultati dell’indagine

Un primo dato significativo è che oltre un terzo dei genitori (35%) e degli studenti intervistati (36%) dichiara che i docenti non hanno un’adeguata conoscenza di cosa siano i Disturbi Specifici dell’Apprendimento.

I genitori segnalano anche un’insufficiente attenzione della scuola nell’identificare, nei bambini più piccoli, i segnali di rischio di DSA e nel comunicarli alla famiglia, nonché nel realizzare attività di potenziamento prima della diagnosi.

Migliori sono i dati relativi al Piano Didattico Personalizzato (PDP): i genitori confermano che viene redatto nella quasi totalità dei casi (97%), ed è generalmente molto o abbastanza coerente con le indicazioni contenute nella diagnosi (83,3%); tuttavia le famiglie sembrano non essere sufficientemente coinvolte nella stesura del documento e nei tempi previsti dalla legge. Quasi due terzi degli studenti dichiara inoltre che il PDP non sempre è stato rispettato, nel percorso scolastico. Il 50% degli alunni afferma di aver avuto, di norma, accesso agli strumenti compensativi e alle misure compensative richiesti, e il 37% di loro ogni tanto. Percentuali simili emergono per interrogazioni e compiti in classe programmati, mentre il 53% degli studenti evidenzia di non aver mai o quasi mai ricevuto aiuto dai docenti nell’utilizzo degli strumenti compensativi. Da sottolineare anche le criticità a livello emotivo e relazionale che emergono dall'indagine: il 75% degli studenti ha dichiarato di essersi sentito diverso dagli altri e poco accolto, all'interno della classe (il 35% spesso e il 40% talvolta) e oltre il 60% dichiara di aver ricevuto un voto inferiore a quello che gli sarebbe spettato, a causa dell'utilizzo degli strumenti compensativi (21% quasi sempre, 41% ogni tanto).

Per quanto riguarda le risposte dei docenti, solo il 28% di loro dichiara di trovare sempre nelle certificazioni cliniche le indicazioni necessarie per un’adeguata stesura del PDP e poco più della metà conferma che è previsto un protocollo di accoglienza per gli studenti con DSA, all’interno della scuola in cui insegnano. Due terzi di loro affermano di riuscire a rispettare sempre quanto previsto nel PDP e l’82% dichiara di riconoscere sempre gli strumenti compensativi che spettano allo studente. La gran parte degli insegnanti sostiene inoltre di affiancare sempre (43,4%) o spesso (42,9%) lo studente nell’uso degli strumenti compensativi, e di aver cambiato la propria didattica per raggiungere anche i bambini e ragazzi con DSA (63,8% sì e 34% in parte).

Le risposte degli alunni e dei genitori sono molto più critiche di quelle dei docenti, probabilmente anche perché gli insegnanti che hanno risposto al sondaggio sono i più disponibili e inclusivi nei confronti degli studenti con DSA, avendo in gran parte partecipato a corsi di formazione sui DSA, e dunque le loro risposte riflettono ciò che realmente fanno in classe.

Si tratta di un sondaggio qualitativo, non scientifico, che ha l’obiettivo di fotografare le percezioni che i diversi stakeholders hanno dell’applicazione della legge. Il campione così numeroso, comunque lo rende una rilevazione di particolare interesse e, al momento, l’unica nel suo genere.

Maggiori informazioni sui risultati dell'indagine sono disponibili in questo report. *
[* N.d.R.> Documentazione/ Link/ Indirizzi presenti nella nota AID originale e/o disponibili sui siti segnalati> Report Indagine AID; pdf scaricabile, stampabile, circa 2.909 KB **]

Le riflessioni di AID

"L’impressione dell’Associazione - dichiara la Vicepresidente AID, Antonella Trentin - è che negli ultimi anni sia stato fatto un significativo passo indietro nell’applicazione della legge, anche forse a causa degli infelici effetti della pandemia. Ce lo dicono le molte telefonate di genitori in grave difficoltà per il mancato rispetto del piano didattico personalizzato dei propri figli, ricevute ogni giorno all’help line nazionale e agli help line delle sezioni provinciali."

"I risultati dei questionari confermano che c’è ancora molto cammino da fare sulla strada dell’inclusione - sottolinea il Presidente AID, Andrea Novelli - Per questo li utilizzeremo anche nelle occasioni di confronto con il Ministero dell’Istruzione, per portare avanti e motivare le nostre richieste. In particolare, occorrerà riflettere sui differenti punti di vista per approfondirli, proporre un dialogo con le istituzioni e pensare a una modalità per mettere a confronto i diversi attori in gioco, attraverso una comunicazione costante. L’Associazione Italiana Dislessia è anche convinta che sia necessario costituire al più presto un Osservatorio nazionale sull’applicazione della legge 170/2010 allo scopo di fornire al Ministero dell’Istruzione dati certi per apportare eventuali correttivi e dare maggiore certezza di diritto agli studenti con DSA".

Associazione Italiana Dislessia (AID) - www.aiditalia.org*

AID - Associazione Italiana Dislessia - nasce nel 1997 con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (dislessia, disgrafia, discalculia, disortografia), che in Italia si stima riguardi quasi 3.000.000 persone. L’Associazione conta, oggi, 14.000 soci e 85 sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. AID lavora per approfondire la conoscenza dei DSA; promuovere la ricerca; accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie inclusive a scuola e nel mondo del lavoro; affrontare e risolvere le problematiche sociali legate ai DSA. L’Associazione è aperta ai genitori e familiari di bambini dislessici, agli adulti con DSA, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).

[* N.d.R.> Documentazione/ Link/ Indirizzi presenti nella nota AID originale e/o disponibili sui siti segnalati **]

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Da/ Fonte/ Titolare»
Associazione Italiana Dislessia (AID)
Comunicato stampa N.
Bologna, 19 maggio 2023
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Estratto

Fonte dei dati, informazioni, procedure e documenti sono reperibili presso siti web/portali, esterni, ai link **»

Associazione Italiana Dislessia (AID)
www.aiditalia.org


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Link/siti
esterni non collegati

^Fonte» AID_Cmn_19MAG2023=RS_2023-05-19»
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