CGIL, CISL, UIL e CONFSAL hanno preparato un documento unitario  sulla Bozza di Regolamento degli ITS, applicativo del DPCM 25 gennaio 2008.

 

 

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CGIL, CISL, UIL e CONFSAL,  12 maggio 2011

 

Al Capo di Gabinetto
Dr Vincenzo Nunziata

Al Capo Dipartimento
Dr Giovanni Biondi

Al Capo della Segreteria del Ministro
Dr Gianni Bocchieri

Al Direttore Generale
Dr Raimondo Murano

Al Direttore Generale
DR Luciano Chiappetta

Loro Sedi

 

Oggetto: Documento unitario CGIL – CISL – UIL – CONFSAL
Bozza di Regolamento ITS applicativo del DPCM 25 gennaio 2008

 

In riferimento alla documentazione consegnata nel corso della Conferenza dei Servizi del 30 marzo u.s. e dopo l'incontro del 6 aprile c/o il Convitto nazionale Vittorio Emanuele II, CGIL CISL UIL e Confsal propongono le seguenti osservazioni, confermando, in via preliminare, il contributo offerto con i documenti unitari del luglio 2009 e marzo 2011.

Innanzi tutto si richiede l’immediata riattivazione del Comitato Nazionale per l’IFTS, nella sua rinnovata composizione prevista dall’art. 3 comma 2 del DPCM del 25/1/08, quale luogo di partecipazione alla discussione e al confronto da parte di tutti i soggetti istituzionali e sociali.

Parimenti devono essere valorizzati i Comitati regionali IFTS (cfr art. 11 comma 2 DPCM) quali organismi istituzionali territoriali di indirizzo e programmazione.

Nel merito della documentazione proposta appare evidente come la mancata contestualità dell’apposita normativa e l’assenza degli allegati al decreto interministeriale non permetta di avere un quadro chiaro sul quale esprimere un giudizio compiuto. In particolare non è affatto chiara l’identità degli Istituti Tecnici Superiori alla luce dei recentissimi interventi normativi del MIUR nel settore Università.

Infatti, lo schema di decreto interministeriale è strutturato sul modello dei Regolamenti della secondaria di II grado, in linea di continuità con l'idea degli ITS quali "scuole speciali di tecnologia" costituenti "un canale formativo di livello post-secondario, parallelo ai percorsi accademici", mentre il Decreto sulla programmazione triennale 2010-12 dell’Università, recentemente registrato dalla Corte dei Conti (DM 50 del 23 dicembre 2010), dovrà ancora individuare, attraverso un apposito gruppo di lavoro, eventuali classi o corsi di studio attivati presso le Università i cui obiettivi formativi possono essere raggiunti più adeguatamente presso gli ITS, nonché la disattivazione di quei corsi di laurea con obiettivi formativi che possono essere più appropriatamente conseguiti presso gli ITS. Tutto questo crea un quadro di riferimento in cui va ad inserirsi la bozza di decreto interministeriale problematico e pieno di incognite.

Decreto interministeriale

La bozza di decreto interministeriale, all’art.1, affronta le materie di cui agli art 4 comma 3 e 8 comma 2. A parere di CGIL CISL UIL e Confsal il decreto potrebbe anche disciplinare la certificazione e il riconoscimento dei crediti (art.5) e la possibilità per particolari figure che i percorsi possono avere la durata di sei semestri ai fini dell’accesso agli albi di taluni collegi e ordini professionali.

L’art. 2 ha per oggetto le figure nazionali di riferimento, i relativi standard delle competenze comuni e tecnico professionali meglio descritte nell’allegato “Quadro aree/ambiti con relativa descrizione di figure e competenze”. L’art. 2 della bozza di DM individua 19 ambiti di articolazione delle aree tecnologiche. Inoltre alcuni ambiti presentano ulteriori articolazioni per un totale di 27 figure nazionali. Questo numero frutto del lavoro in progress, potrebbe ancora aumentare, in considerazione del fatto che il sistema agro-alimentare è in fase di riconsiderazione, così come il sistema casa. Le figure sono brevemente descritte, mancano, però, gli allegati relativi alle competenze. CGIL CISL UIL e Confsal ritengono che le stesse debbano essere declinate in competenze generali di base comuni a tutti i percorsi, competenze tecnico professionali comuni a tutte le figure di ciascuna area tecnologica e ambito, mentre le competenze specifiche di ciascuna figura vanno affidate alle Fondazioni in risposta ai fabbisogni formativi delle imprese del settore produttivo rilevati sul territorio. Nelle tre articolazioni in cui si caratterizza ciascun percorso va definita la quota massima di riferimento per le attività da svolgere in forma di stage e tirocini. A tal proposito può essere condivisibile la bozza di profilo culturale e professionale descritto nell’allegato A; appare ovvio ricordare che le figure nazionali, oltre ad avere una facile spendibilità nel mondo del lavoro, devono trovare coerenza e rispondenza nei ccnl. Inoltre, in considerazione della rapidità con cui si evolve l’innovazione tecnologica, occorre prevedere dei meccanismi di revisione periodica delle figure e delle relative competenze, in coerenza con il livello V° del Quadro Europeo delle Qualifiche per l’Apprendimento permanente (EQF).

L’art. 3 riguarda gli standard delle competenze e i requisiti minimi per l’accesso ai percorsi, riferiti a ciascuna figura di cui agli allegati A, B, C, D, E, F ancora non noti e sui quali ci riserviamo di esprimere il nostro contributo di merito non appena saranno di nostra conoscenza. Manca inoltre la tabella di correlazione a regime tra i diplomi degli istituti tecnici e degli istituti professionali e le aree tecnologiche di riferimento (allegato 3). Anche se la materia dovrebbe essere trattata nelle norme transitorie, è indispensabile conoscere l’orientamento del MIUR in ordine alla correlazione tra ITS e percorsi tecnici e professionali del precedente ordinamento tenuto conto che, ancora per quattro anni, avremo diplomati in base ai vecchi percorsi e proprio perché occorre dare certezza alla spendibilità dei titoli conseguiti a conclusione dei percorsi strutturati secondo il previgente ordinamento.

L’art.4 si riferisce ai diplomi di Tecnico Superiore di cui non si riporta il modello (allegato 4).

Rispetto alla proposta di costituzione delle Commissioni d’esame prevista dall’art. 5 CGIL CISL UIL e Confsal, pur giudicando positiva la rappresentanza dei vari soggetti coinvolti nella governance dei percorsi, avanzano la seguente proposta di variazione:

- un rappresentante della scuola, scelto tra i dirigenti scolastici di ruolo degli istituti tecnici e/o degli

- istituti professionali non impegnati nelle Fondazioni di partecipazione;

- un docente esperto interno proveniente dal mondo del lavoro con almeno cinque anni nelle imprese dell’area tecnologica e dell’ambito ai quali si riferisce il percorso dell’ITS, impegnato nella realizzazione delle attività di tirocinio;

- un componente scelto tra i docenti di ruolo degli istituti secondari superiori di discipline tecnico professionali impegnati nella docenza;

- un rappresentante, indicato dal MIUR ecc……,

- un rappresentante della Regione.

Riguardo al rappresentante MIUR, scelto tra i docenti universitari, si segnala che il numero dell’allegato richiamato è errato.

La verifica delle competenze acquisite (art. 6) articolata in tre prove, di cui una predisposta dall’INVALSI, sembrano coerenti con i percorsi e con tutto il sistema d’istruzione. Desta qualche perplessità la contemporaneità che bisogna assicurare alle prove nazionali, atteso che l’articolazione del calendario delle attività formative non è dettato da una norma ordinamentale. Rispetto a tali prove si chiede che vengano rese disponibili per gli studenti apposite simulazioni. Il comma 3, a proposito di attività formative, oltre ai tirocini deve menzionare espressamente gli stage. Inoltre deve essere chiarito che i tirocini formativi non hanno alcun tipo di riferimento a qualsiasi forma di contratto.

Nulla dice la bozza di dm relativamente al riconoscimento dei crediti per l’accesso ai percorsi, soprattutto per gli adulti con riferimento alla formazione continua dei lavoratori. A questo proposito, come già richiamato nel documento unitario, vanno precisate le modalità con cui i percorsi formativi degli ITS possono entrare in relazione con il sistema della formazione continua, al fine di “promuovere reti territoriali” e, in prospettiva, un quadro di riferimento nazionale.

Altri capitoli da sviluppare, a parere di CGIL, CISL, UIL e CONFSAL, sono:

  • · una puntuale definizione del credito formativo (CF) in relazione alla tipologia degli insegnamenti e delle attività ed alla strutturazione dei percorsi;
  • · l’eventuale utilizzo dell’istituto dell’apprendistato per l’alta formazione che deve avere come quadro di riferimento l’Intesa sottoscritta tra Governo, Regioni, Province Autonome e Parti Sociali il 27 ottobre 2010;
  • · la creazione di un banca dati efficace ed efficiente al fine di monitorare e valutare l’andamento degli ITS rispetto a:

a. accesso libero e trasparente di giovani e adulti con particolare attenzione alle pari

opportunità;

b. capacità del sistema ITS di intercettare domanda e offerta formativa;

c. riscontro/verifica di quanti, alla fine del percorso ITS, hanno effettivamente conseguito un contratto di lavoro.

Il comma 5 dell’art 15 del DPCM prevede che gli standard qualitativi e le modalità di reclutamento dei docenti e del personale utilizzato sarà definito con apposito decreto interministeriale, sentite le OOSS maggiormente rappresentative. In attesa di ricevere una proposta formale CGIL CISL UIL e Confsal, relativamente al reclutamento del personale, avanzano le seguenti osservazioni di merito:

l’art 4 comma 2 al punto e) prevede che il 50% dei docenti deve essere espressione del mondo del lavoro con specifica esperienza professionale; per questi ribadiamo che devono essere individuati, a livello nazionale, specifici criteri e requisiti d’ingresso. Analogamente le linee di indirizzo della programmazione triennale 2010-12 dell’Università prevedono la partecipazione diretta di personale docente e/o ricercatore negli ITS; ciò non può avvenire con un semplice trasferimento, ma attraverso una mirata procedura di selezione. Inoltre CGIL CISL UIL e Confsal ritengono importante che, nella conduzione scientifica di ciascun percorso, il Comitato Tecnico Scientifico, per quanto attiene l’organizzazione didattica e formativa, sia supportato e sostenuto da un nucleo (3-4) stabile di docenti. Detto personale potrà essere reclutato anche attraverso lo strumento contrattuale delle utilizzazioni tra i docenti della scuola secondaria superiore titolari di discipline tecnico professionali, coerenti con le aree tecnologiche previste dall’art. 7 del DPCM, appartenenti a classi di concorso in esubero provinciale. Procedure selettive di collocazione vanno previste anche per il personale ATA impegnato in attività di supporto gestionale ed amministrativo. In attesa di conoscere le altre bozze di documenti, sulle quali sin d’ora, CGIL CISL UIL e Confsal, si impegnano ad offrire il proprio contributo di merito, si porgono distinti saluti.

Roma, 12 maggio 2011

 

 

 

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