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UIL Scuola, 9 luglio 2015, Comunicato
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UIL Scuola
09 Luglio 2015

Un provvedimento contro la scuola

Forti tensioni nel personale alle prese con una sorta di sudoku. Genererà contenzioso. Sul precariato, un brutto errore di metodo che mette in ombra persino il numero di assunzioni.
DDL, oggi il via libera definitivo alla Camera

Il dissenso manifestato chiaramente con lo sciopero di 618 mila persone tra docenti e Ata

Il parlamento approva ugualmente. Non è questa la via per dare qualità alla scuola italiana

Questa legge né risolve, né favorisce l’esigenza di innovare e modernizzare la scuola, le cui criticità - basse retribuzioni e nessuna valorizzazione professionale, rapporto spesa istruzione spesa pubblica al penultimo posto in Europa - non vengono affrontate, è il commento di Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola dopo l’approvazione definitiva del provvedimento del Governo sulla scuola, oggi alla Camera.

Dopo lo sciopero,  che ha visto 618 mila tra docenti e Ata esprimere chiaramente la loro contrarietà al disegno di legge,  il governo – sottolinea Di Menna - ha perso l’occasione di attivare il confronto con i sindacati per individuare le soluzioni che avrebbero reso il personale protagonista dei processi di cambiamento.

Aver determinato la contrarietà degli insegnanti, di chi ogni giorno fa funzionare la scuola, è la maggiore responsabilità del Governo e oggi del Parlamento – puntualizza il segretario della Uil Scuola -  che segna una separazione tra la rappresentanza politica e il mondo della scuola.

Con il testo vengono messi in discussione pluralismo culturale e libertà di insegnamento aspetti fondanti della scuola statale. Vengono affidati super poteri ai dirigenti scolastici, dalla scelta degli insegnanti alla valutazione per l’aumento di merito, alla permanenza dopo i tre anni nella scuola: un mix che può portare alla scuola di tendenza, addirittura ad omogeneità culturale, politica, sindacale.

In merito al precariato la procedura attivata sta determinando forti tensioni nel personale alle prese con una sorta di sudoku e genererà contenzioso da parte di chi dovrà spostarsi da una parte all’altra del Paese e soprattutto da parte degli esclusi che, pur avendo titoli e diritti con disponibilità di posti, potranno avere solo un rapporto precario, premessa per il licenziamento.

Le modalità e le stesse esclusioni nelle assunzioni addirittura mettono in ombra la positività del numero delle immissioni in ruolo previste.

Anche su questo – e il governo tra l’altro ha previsto persino un impegno di spesa per il pagamento delle sentenze negative a cui andranno incontro – si apre un contenzioso.

Altro aspetto negativo è l’intervento che riduce le tutele contrattuali.

Rileviamo positivamente, invece, la scelta della card per i docenti.


 

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